Andrea Muzzolon 21 ottobre 2024
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Lo scorso 8 e 9 giugno, quando milioni di italiani si sono recati alle urne per le elezioni europee, tutti si sarebbero aspettati che i propri futuri rappresentanti a Bruxelles avrebbero combattuto per difendere l’interesse del proprio Paese. Un pensiero tanto legittimo quanto, purtroppo, rivelatosi errato. In Italia siamo abituati a tutto, ma questa volta Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi Sinistra hanno deciso di raggiungere vette fino ad ora inesplorate: remare apertamente contro l’interesse nazionale, auspicando sanzioni per l’Italia e quindi, di conseguenza, anche contro i milioni di elettori che li hanno votati.
Il tema è noto: i nuovi centri per migranti che il governo Meloni ha realizzato in Albania. Un accordo bilaterale fra i due Stati che permetterà di diminuire la pressione migratoria sull’Italia, indirizzando parte dei richiedenti asilo fuori dal territorio nazionale. Lì, fra i centri di Shengjin e Gjader, verrà stabilito chi potrà entrare in Italia e chi sarà rispedito indietro. Un’iniziativa sulla quale l’opposizione intera ha cercato di fare le barricate, aggrappandosi in ogni sede alla qualunque per smontare il progetto promosso dal governo.
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Se nel Parlamento nostrano i risultati sono stati deludenti, ecco che il campo di gioco è stato spostato a Bruxelles. Da qui è partito l’arrembaggio della sinistra contro il proprio Paese. Promotrice di questa nuova frontiera dell’auto-sabotaggio nazionale è la neo eletta del Pd, Cecilia Strada. Figlia di Gino, storico fondatore di Emergency, ha depositato un’interrogazione per chiedere se sarà avviata una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Come spiegato dalla stessa Strada in un comunicato, «la Commissione europea ha affermato che il protocollo Italia-Albania per il rimpatrio forzato in un Paese terzo dei migranti non è previsto dalle norme comunitarie», rendendo, di fatto, una procedura al limite il trasferimento di chi sbarca in Italia verso l’Albania. Il testo continua evidenziando come «la Commissione deve garantire l'applicazione dei trattati e delle misure adottate dalle istituzioni ai sensi degli stessi, nonché supervisionare l'applicazione del diritto dell'Unione sotto il controllo della Corte di giustizia Ue». Da qui l’esortazione di tutti gli eurodeputati di Pd, M5s e Avs, a sapere se la Commissione «rispetterà la sua posizione del 2018 che conferma l'illegalità di tali misure ai sensi dell'attuale diritto dell'UE» e «avvierà una procedura formale di infrazione contro il protocollo Italia-Albania».
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Insomma, incurante delle sorti del Paese, tutta l’allegra opposizione ha preso la palla al balzo per tentare di danneggiare il governo. E, subito dopo la razione di Giorgia Meloni, sono fioccate le repliche di chi siede all’Eurocamera. Fra i primi è intervenuto Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire: «Giorgia Meloni, premier italiana, non ne è convinta, ma la legalità è molto "patriottica". Soprattutto in Europa dove il rispetto per i diritti fondamentali di ogni essere umano è contenuto necessario della legalità».
A poca distanza gli ha fatto eco la dem Irene Tinagli: «Giorgia, anche ignorando il diritto, e stiamo parlando di persone non di pacchi Amazon, e pure i costi esorbitanti, quasi un miliardo di soldi degli italiani, credo tu possa capire che affrontare i 158 mila sbarchi annuali a botte di 12 migranti alla volta sia demenziale».
Anche Alleaza Verdi Sinistra - che in Europa ha portato il sindaco di Riace Mimmo Lucano, per anni al centro di un’inchiesta sulla gestione dei migranti - si è schierata con l’interrogazione del Pd. L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, eletto a giugno con Avs, ha fatto sapere di aver «contattato tutto il Consiglio di presidenza del gruppo dei Verdi in Europa» e di aver «deciso di chiedere con urgenza, la settimana prossima, di inserire all'ordine del giorno dell'Assemblea plenaria del Parlamento europeo la questione dell'illegittimità del modello Meloni - Albania».
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Il Movimento 5 Stelle ha deciso di agire su due fronti: se in Italia l’intenzione è quella di depositare un esposto per accertare eventuali responsabilità erariali per il trasporto di 16 migranti nel centro albanese, in Europa i grillini si sono accodati al resto della sinistra. Sui social, Pasquale Tridico è andato all’attacco: «Nessuno è al di sopra delle leggi, nemmeno il Governo, o la Meloni. Per questo abbiamo presentato una interrogazione contro il vergognoso e illegale accordo con l'Albania che trasporta migranti per propaganda». Il messaggio è chiaro: con il governo nel mirino, la sinistra non si fermerà davanti a nulla, neppure all’interesse dell’Italia.