"Il mio essere qui è per celebrare e confermare l'amicizia con una donna straordinaria che già avevo avuto modo di conoscere da presidente del Maxxi, quando una sua foto campeggiava nella mostra dedicata a donne straordinarie". Sono le parole del ministro della Cultura Alessandro Giuli sul red carpet del documentario su Liliana Segre, presentato in anteprima alla 19ma Festa del Cinema di Roma.
"È la conferma - ha aggiunto il ministro - che il monopolio dell'antifascismo non esiste, bisogna celebrarlo tutti ricordando l'importanza di figure perseguitate che ci sono ancora e quelle che non ci sono più". Per Giuli "il cinema serve a cristallizzare e tenere viva la memoria su episodi della Storia da non dimenticare".
La storia della 94enne reduce del lager di Auschwitz, perseguitata dai nazisti e oggi senatrice a vita è una lezione per le nuove generazioni, riassunta dal film biografico Liliana, diretto da Ruggero Gabbai oggi alla Festa di Roma. Un commovente e potente testamento spirituale che restituisce al pubblico una donna con una vita eccezionale, entra nel dettaglio di tutta la sua esistenza e documenta anche il suo privato, che comprende anche solitudine, depressione, pessimismo, e per la prima (e unica) volta la voce è anche quella dei figli Federica e Alberto e persino del nipote Filippo. Il film di Gabbai, in cui intervengono Ferruccio De Bortoli, Fabio Fazio ed Enrico Mentana è costruito intorno a storiche interviste di inizio anni '90 custodite al Cdec e un'altra intervista realizzata a settembre 2024 nella sinagoga di Pesaro e al mare.
"La Liliana che si vede nel film sulla spiaggia parlava a settembre, pochi giorni dopo c'è stato il 7 ottobre. Quello che è accaduto mi ha colpito in un modo tale che io non mi riconosco più in quella persona, non sono più io", ha voluto dire Liliana Segre incontrando la stampa all'Auditorium Parco della Musica.