Oltre duecento morti e ancora 1900 dispersi. Ferrovie e strade da ricostruire e una nuova allerta meteo che mantiene alta l’attenzione a Huelva, in Andalusia. Dopo l’alluvione che nei giorni scorsi ha provocato una strage a Valencia, in Spagna, l’emergenza resta alta. Circa 366mila abitanti senza acqua potabile e 50mila al buio. I volontari lavorano con i soccorritori per liberare strade e case da fango e macerie. In mattinata è prevista una dichiarazione del premier Pedro Sanchez, investito dalle polemiche per aver negato, qualche ora prima della catastrofe, la potenza de fenomeno meteorologico Dana.
I sindaci delle città della cintura di Valencia: “Aiutateci, da soli non ce la facciamo”
"Èterribile, il paesaggio è desolante: ci sono 10mila auto ammassate nelle strade, fango ovunque. Abbiamo bisogno di macchine pesanti per sgomberare le vie. Da soli non possiamo farcela". È il grido di aiuto del sindaco di Aldaia, uno dei municipi della cintura sud di Valencia colpiti dalla catastrofe, sommersi dall'onda lunga delle inondazioni provocate dalla Dana. A quattro giorni dal fenomeno estremo, molti quartieri restano isolati, senza luce e acqua potabile, nonostante l'ingente mobilitazione dell'esercito e dei mezzi di emergenza. "Dei ponti che avevamo nel paese ne resta in piedi solo uno. Stiamo lavorando con gli abitanti e i corpi di sicurezza dello Stato per tentare di ristabilire a poco a poco una così detta normalità e aiutare la gente a tornare a casa", ha dichiarato Amparo Folgado, la sindaca di Torrent a Tve. Almeno 800 sfollati restano ospitati nel palasport e solo questa mattina la corrente elettrica è stata riattivata in gran parte del comune. Ma molti quartieri restano con gli accessi bloccati da montagne di veicoli, detriti e suppellettili trascinate dalla marea di fango.
Da Chiva la sindaca Amparo Fort ha lanciato un appello urgente in un comunicato diffuso sui social: "C'è bisogno di acqua e viveri per rifornire la popolazione perché qui non è ancora arrivata assistenza di nessun genere e non c'è copertura telefonica nel territorio comunale", ha detto Fort, che ha definito la situazione "di estrema gravità". Il Centro di Emergenze del governo valenziano ha chiesto ai municipi colpiti di indicare le zone dove possano atterrare elicotteri e aree dove possano parcheggiare mezzi pesanti come scavatrici e gru, informa l'agenzia Efe.
Il ministro dell’Interno spagnolo: 207 morti accertati e 1900 dispersi
"È ragionevole pensare che avremo altri morti" anche perché mancano all'appello "1.900 dispersi". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Fernando Grande-Marlaska, in merito al numero di vittime causate dalla dana, nel corso del programma Hora 25 di Cadena Ser. "L'aggiornamento è che ci sono 207 vittime accreditate. E' impossibile conoscere il numero di persone scomparse e non sarebbe saggio da parte mia fornire una cifra" ha aggiunto.
La ministra della Difesa spagnola: “Tutti sopraffatti dalla portata dell’evento”
La ministra della Difesa, Margarita Robles, ha dichiarato veche i militari sono in tutti i luoghi in cui si sono verificati i danni causati dalla dana e che non sa se si sarebbe dovuta dichiarare l'emergenza nazionale, pur riconoscendo che "tutti" sono stati sopraffatti dalla portata della tragedia. "Dal primo momento in cui e' stata dichiarata la situazione di emergenza, l'Ume è stata dispiegata nell'area assegnata. Oggi abbiamo duemila soldati dispiegati dai tre eserciti", ha dichiarato nelle dichiarazioni rilasciate al programma 'La Bru'jula' di Onda Cero. In merito alla possibilità di dichiarare lo stato di allarme, la ministra spagnola ha dichiarato: "Non so se si tratta di un'emergenza nazionale. In linea di principio, quando la situazione sale al livello 2, l'Ume puo' agire.È una decisione tecnica che deve essere rispettata". Ha aggiunto: "Tutti sono stati sopraffatti dalla portata" della tragedia, che "non ha precedenti". "Si è ritenuto che la zona piu' difficile fosse quella di Utiel e Requena, ed è per questo che l'Ume è stata inviata" in queste localita', secondo la ministra della Difesa che insiste sul fatto che "la cosa importante è l'impegno dell'esercito e del governo" che "sarà con le persone vive e con quelle morte fino alla fine". Sul numero dei dispersi, Margarita Robles ha spiegato di non poterlo dire al momento e ha sottolineato l'importanza del lavoro dell'Ume e dell'esercito nella ricerca e nel salvataggio.
Fin dal primo giorno - ha concluso - siamo andati con squadre di droni nella zona, ma la situazione meteorologica e la pioggia erano tali che non era possibile volare. Tutto questo deve essere tenuto in considerazione".
Attesa una dichiarazione di Sanchez in mattinata
Il premier spagnolo Pedro Sanchez alle 10.30 farà una dichiarazione istituzionale dal Palazzo della Moncloa, dove presiede il comitato di crisi per la devastazione provocata dalla Dana che martedì si è abbattuta sul sud est della penisola. Del comitato di crisi fanno parte le tre vicepremier per le Finanze, Maria Jesus Montero, per il Lavoro, Yolanda Diaz, e per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, assieme ai ministri della Presidenza, Felix Bolanos, per la Difesa, Margarita Robles, per i Trasporti, Oscar Puentes e i titolare della Politica territoriale, Angel Victor Torres, e della Scienza e Innovazione, Diana Morant. Nella giornata odierna il capo del governo ha previsto di visitare il quartiere generale dell'Unità di emergenza dell'esercito (Ume), con la ministra di Difesa.
Migliaia di volontari a Valencia con la Protezione civile
Erano stati convocati dal governo regionale alle 7 del mattino alla Ciudad de las Artes di Valencia dove la Protezione civile coordina l'intervento dei soccorsi nelle zone colpite dalla catastrofe, ma a quell'ora erano già in centinaia in fila, un'ora dopo sono divenuti migliaia. Sono i volontari di ogni età accorsi dall'intera regione e da molte parti della Spagna, divisi in interminabili file, in disciplinata attesa di passare all'interno del complesso dove i responsabili dell'organizzazione distribuiscono magliette per l'identificazione, mascherine, guanti, pale, spazzoloni e secchi a chi non ne è munito, per poi dividerli in squadre di 50 persone. Le brigate, coordinate da un membro della Protezione Civile, sono poi trasferite ai municipi da martedì in ginocchio per la Dana più letale del secolo, come Sadavi, Alfafar o Catarroja e che ha finora provocato almeno 202 morti accertati. Portano taniche d'acqua e borse di viveri da distribuire alle popolazioni colpite. I 50 autobus previsti dalla Regione risultano subito insufficienti per la marea di solidarietà accorsa a prestare aiuto.
"Si tratta di coordinare gli aiuti per non intralciare i lavori di squadre di emergenza, esercito e protezione civile", spiega Miguel Salvador, responsabile del coordinamento dell'amministrazione regionale. In fila intere famiglie, con genitori e figli, come Luz Maria, 16 anni, assieme al papà Alfonso, di 52. Ma anche pensionati, professionisti come Cristina Sanz, un medico di 34 anni, che anche ieri con un gruppo di colleghi aveva scavato nel fango ad Alfafar: "E' importante un minimo di coordinamento, altrimenti rischiamo di alimentare il caos", dice. In processione almeno sei o settemila angeli del fango, stimano i coordinatori. Provengono da varie regioni di Spagna, ma ci sono anche turisti, come Ingrid e Mark, una coppia di tedeschi, che non hanno voluto rinunciare a dare il proprio contributo. "Abbiamo visto le immagini di sofferenza della popolazione e non possiamo restare con le mani in mano", spiegano.
La Generalitat valenziana ha limitato da oggi alla mezzanotte di domani la circolazione nei comuni della cintura sud colpiti dalla catastrofe, per evitare il collasso del traffico e consentire il passaggio dei mezzi di emergenza e dell'esercito. Da stamattina, su richiesta del governatore di Valencia Carlos Mazon, altri 1000 militari si sono uniti ai 2.000 impegnati da ieri a scavare nel fango per rimuovere le montagne di veicoli e detriti che bloccano interi quartieri e nelle ricerche dei dispersi. Il ministero dell'Interno ha mobilitato oltre 4.470 agenti di polizia e guardia civile. I militari con i mezzi pesanti dell'Unità di emergenze dell'esercito (Ume) hanno proseguito nella notte i lavori per drenare l'acqua che invade centinaia di garage, alla ricerca di eventuali vittime o dispersi.