Bimbo senza pasto a scuola, la psicologa: «Ha subito un trauma. Dolore gratuito, una penalizzazione crudele»

4 giorni fa 11

«Quel bambino ha vissuto un dolore gratuito, una penalizzazione crudele». La psicoterapeuta Emilia Sannini commenta il caso del pasto negato a un bambino nella scuola materna di Sulmona.

Come si è sentito il bambino che non ha avuto il pranzo a scuola?

Quel bambino inequivocabilmente ha subito un trauma. "Tu stai fuori, tu non sei come noi", è il messaggio che gli è arrivato.

Che tipo di trauma?

Bisogna ricordare che la comprensione del mondo del bambino è essenzialmente emotiva.

Per una logica simmetrica, quella esclusione ("a te no") risuona come "tu non sei come noi, non sei capace, non sei all’altezza, sei cattivo". L’esclusione è un sentimento doloroso, che mette a disagio grandi e bambini. Far parte del gruppo è rassicurante. E un bambino ha bisogno di sentirsi al sicuro e non in pericolo. E poi il cibo nella fanciullezza rappresenta l’elemento centrale che caratterizza le relazioni di accudimento. "Ti nutro, mi prendo cura di te".

Quali conseguenze?

Aver penalizzato quel bambino non facendolo mangiare è stato un atto gratuito di dolore e crudeltà.

Come si sarebbe dovuti intervenire?

Bisogna promuovere ogni sforzo, ogni energia per affrontare questioni assolutamente complesse ad alto impatto sulla qualità di vita e sulla psiche dei bambini: come la povertà l’esclusione, l’equità di genere, la possibilità ad accedere a beni e risorse. C'è una norma intesa come regola (tu paghi, io ti do un servizio) ma c’è una regola fondamentale che è il buon senso, che va oltre ogni prescrizione. Quel bambino non avrebbe dovuto vivere una tale esclusione.

Quanto è importante la scuola per un bambino di 4 anni?

La scuola dell’infanzia rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo cognitivo sociale ed emotivo del bambino. È l‘ingresso nel mondo, lontano dalle sue figure di accudimento. Il luogo in cui vive il  primo distacco. Un'officina creativa di sperimentazioni su un cervello, quello del bambino, che si nutre e si organizza essenzialmente attraverso la relazione con l’altro.

Cosa significa questo?

Significa che alla nascita il nostro cervello pesa pochi grammi (circa 200 , 8% del peso totale) con lo sviluppo raggiunge un peso di circa 1,3kg. Questo non è un dettaglio: gran parte dello sviluppo del cervello avviene dopo la nascita e quindi in un mondo fatto di relazioni in primis con la madre poi con tutte le altre figure che il bambino incontra. Pensiamo quante ore un bambino trascorrerà a scuola. La quantità e la qualità delle relazioni diventano determinanti sul suo concetto di identità. Influisce su come io sarò e come sentirò il mondo e come mi sentirò emotivamente rispetto ad esso.

Cosa dovrebbe garantire la scuola ai bambini?

Far acquisire competenze cognitive ed emotive specifiche in base all’età - ma anche insegnare e rendere possibile un valore centrale delle democrazie. L’idea di uguaglianza - una nuova sfida di questi tempi. Una sfida complessa oggi. Esistono condizioni delicate: come l’appartenenza a condizioni sociali ed economiche svantaggiate fino alla vera e e propria povertà, l’inclusione, il confronto con la presenza di bambini stranieri.

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