Gennaro Pastore è il direttore del dipartimento tossicodipendenze della Asl Napoli 1.
Quanto è diffuso a Napoli il Binge drinking, lo sballo del sabato sera a colpi di shottini tra i giovani?
«È purtroppo un comportamento cresciuto molto negli ultimi anni nei luoghi della movida, soprattutto presente tra i giovanissimi che frequentano le scuole superiori e aggravato, dopo la pandemia, dalla concomitante assunzione di farmaci psicoattivi, come le benzodiazepine, che i ragazzi trovano con troppa facilità negli armadietti di casa che si sono riempiti per fronteggiare le difficoltà delle famiglie durante i prolungati periodi di lockdown dovuti al Covid».
Con quali conseguenze sul piano sanitario e sociale?
«Più che di dipendenze vere e proprie il rischio è incorrere in situazioni di pericolo per sé e per gli altri. Si va dagli incidenti stradali, sull’auto o il motorino, allo sviluppo di intossicazioni acute. Le cronache riportano molti episodi anche letali nei giovani talvolta legati ad un consumo smodato di alcol in un mix di altre sostanze psicoattive. Per questo come dipartimento della Asl siamo molto impegnati e presenti con postazioni mobili nei luoghi della movida cittadina».
Dove siete presenti in particolare?
«Soprattutto nelle zone del centro storico, dell’Università in via Mezzocannone ma anche nei pressi dei baretti di Chiaia e ovunque in città ci siano assembramenti di giovani legati alla movida dei fine settimana».
Come intervenite?
«Come dipartimento della Asl svolgiamo soprattutto un ruolo di counseling monitorando questi luoghi dalle 19 alle 3 di notte. Interveniamo con colloqui individuali e collettivi tesi a rendere consapevoli questi ragazzi delle conseguenze e soprattutto dei rischi. Non hanno informazioni che consentono loro di autoregolarsi. Istruiamo i gruppi anche sui comportamenti da adottare nel caso in cui un loro amico sia vittima di un’assunzione smodata di alcol. A causa della giovane età c’è un’inadeguatezza nell’affrontare una situazione di crisi. Gli amici della vittima spesso si spaventano e lasciano solo chi ha bevuto troppo. Un comportamento pericoloso in realtà, perché il loro amico va tutelato, anche vincendo la ritrosia a chiamare aiuto e i soccorsi. In alcuni luoghi infine, davanti alle discoteche più frequentate, installiamo in strada dei gazebo in cui diamo accoglienza e sostegno».
Perché i ragazzi bevono tanto nelle serate in compagnia?
«I motivi sono sempre gli stessi: un modo per affrontare il disagio tra pari, una ricerca effimera di una dimensione di maggiore disinibizione, il tentativo di apparire più brillanti e divertenti. L’alcol, come è noto, all’inizio di un consumo moderato permette di esprimere una leggera euforia che può aiutare nelle relazioni. Ma se il consumo è protratto l’approdo è un grave malessere, il vomito profuso fino alla perdita di coscienza».
Cosa devono fare le famiglie?
«Stimolare il dialogo, educare. Purtroppo vietare serve a poco ma quando è necessario bisogna anche intervenire con polso fermo per ripristinare un codice delle leggi familiari a maglie troppo larghe. Bisogna insegnare ai figli come passare una serata divertendosi con gli amici davanti a una birra ma non di più. Sollecitare l’impronta dell’autoregolazione, eventualmente vigilare sugli armadietti dei farmaci in casa. E poi dare chiarimenti quando si parla di questi problemi. La città purtroppo non offre molto ai giovanissimi in termini di intrattenimento, aggregazione e sport. Poche le risorse per spettacoli ed eventi culturali mirati a questa fascia di età. Un aspetto che attiene alle politiche cittadine orientate ai giovani e alle identità in formazione».
Consumano alcol più i ragazzi o le ragazze?
«I maschi ma le ragazze, anche per una questione di genere che limita la loro capacità metabolica nei confronti dell’alcol, sono più sensibili a patire conseguenze spiacevoli dell'eccessivo consumo ma l’identikit del binge drinker non è così definito tra i generi.
Un problema strettamente legato al consumo di alcol, in particolare il consumo ludico ed esagerato, è quello della sicurezza stradale?
«Circa il 10% di chi trascorre la movida si mette alla guida dopo aver bevuto 2 o più bicchieri nell’ora precedente».