11 Dicembre 2024 21:10
Prima di Milan-Stella Rossa Fabio Capello prova a intaccarne l’aplomb dirigenziale dello svedese e fa un paio di domande a trabocchetto: “Ti viene un po’ il nervoso dentro?”.
Fabio Capello ci prova in tutti i modi a strappare a Zlatan Ibrahimovic la battuta caustica prima di Milan–Stella Rossa Belgrado. Il match di Champions vale una buona fetta di passare il turno e accedere almeno ai sedicesimi di finale. A 3 incontri (compreso quello contro i serbi) dalla fine della fase a girone unico i rossoneri hanno addirittura la possibilità di ambire ad agganciare le prime otto e accedere direttamente agli ottavi di finale. Dallo studio di Sky chiedono all'ex attaccante quante possibilità ha la squadra di centrare il traguardo.
Ibra fa una smorfia e un ghigno, da uomo di campo sa che in situazioni del genere se non sei padrone assoluto del tuo destino diventa difficile ipotizzare cosa può accadere. "L'ideale è vincere tutti e tre gli incontri così riusciamo a saltare le due partite di playoff. Anche perché abbiamo la partita di Bologna da recuperare. Vincerle tutte sulla carta sembra facile ma non lo è. Devono affrontare tutte le partite come se fossero la finale".
Saggezza ed equilibrio scandiscono le parole dello svedese. Fabio Capello prova a intaccarne l'aplomb dirigenziale e gli fa una domanda trabocchetto: "Fonseca ha detto che ha visto i ragazzi molto bene e in forma, tu invece a Milanello cosa hai visto?". Ibra coglie il senso ma scarta di lato ed evita la pressione: "Dopo l’ultima partita erano delusi. Durante la settimana hanno lavorato bene, ho visto buon spirito".
L'ex allenatore prova a tendergli un altro tranello, a tirare fuori l'Ibra che non deve chiedere mai ma non riesce a fare breccia nella cortina diplomatica dell'ex attaccante. "Quando vedi qualche atteggiamento non bello in campo… in allenamento, ti viene un po' il nervoso dentro?". Zlatan sorride, si prende qualche attimo e concede parole composte. Niente battute né atteggiamenti da ‘qui comando io' (come disse a Boban in un botta e risposta sempre a Sky): "Devo essere onesto, mi sento senza potere… il potere di aiutare direttamente la squadra in campo. Fuori ognuno ha il proprio carattere e il proprio atteggiamento. Dico sempre una cosa: tutto inizia in allenamento, se ti alleni bene giochi. Sono professionisti e sanno bene che come devono comportarsi".
Altro tema caldo, lo sfogo di Fonseca contro l'arbitro di Atalanta-Milan. Un attacco frontale lanciato a caldo, con l'adrenalina ancora in corpo e dentro la rabbia per una sconfitta che ha frenato ancora i rossoneri in Serie A. Il commento di Ibra non può che essere pacato: abbassa i toni, è l'unica cosa opportuna da fare. "Se parliamo di arbitri, loro hanno una grande influenza nelle partite. Il mister si è sfogato un po' ma alla fine rispettiamo le decisioni dell’arbitro".
Ultima domanda, gliela porge Di Canio ed è semplice semplice: cosa gli piace e cosa non gli piace di questo Milan e perché. "Mi piace che la squadra è più forte dello scorso anno. Abbiamo più giocatori e non siamo dipendenti dai singoli. L’equilibrio è quello che ci manca così come continuità di vincere le partite"