Caso Santanchè, l’accusa di Mirko Ruffino: “Mio padre si è ucciso anche per colpa di Visibilia”

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Mirko Ruffino, figlio dell’imprenditore Luca che si tolse la vita nell’agosto 2023, ha parlato a Report del caso Visibilia, holding di cui il padre era presidente: “Non ci fosse stata Visibilia di mezzo, probabilmente, potrei ancora parlargli al telefono”, ha detto. La ministra Santanchè, indagata nel caso Visibilia, ha detto di provare “umana pietà” per Ruffino.

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Mentre le indagini sulla ministra Daniela Santanché proseguono – la prossima seduta di udienza preliminare per il caso Visibilia è fissata a gennaio – ha parlato per la prima volta Mirko, figlio dell'imprenditore Luca Ruffino, che il 5 agosto 2023 si tolse la vita. E lo ha fatto con parole dure di accusa: "Non ci fosse stata Visibilia di mezzo, probabilmente con mio padre ci potrei ancora parlare al telefono oggi". Ruffino era considerato il ‘re' delle amministrazioni di condominio, fondatore di Sif Italia che gestiva più di 80mila palazzi, ma era anche l'amministratore unico di Visibilia editore e il presidente della holding Visibilia.

"Nel testamento lui aveva scritto ‘traghettatevi fuori dalla società, gestite gli appartamenti, godetevi la vita'", ha affermato Mirko Ruffino a Report, come mostrano le anticipazioni dell'inchiesta che verrà trasmessa domenica sera. E, alla domanda esplicita se secondo lui ci sia stato un collegamento tra Visibilia e la morte del padre, non ha avuto dubbi: "Sicuramente sì, io di quello ne sono arciconvinto".

Secondo il figlio, Luca Ruffino si sarebbe "sentito usato". Poi, "quando ha visto che si stava sgretolando", qualcosa in lui avrebbe "ceduto completamente". L'imprenditore aveva iniziato a investire in Visibilia nell'ottobre del 2022, e con il tempo ne era diventato azionista di maggioranza. Il figlio ha affermato che forse c'era anche la speranza di ottenere un vantaggio politico, inserendosi in un'azienda che era stata di proprietà dell'ormai ministra Santanchè.

Pochi giorni prima della morte, il 60enne aveva detto a Repubblica: "È stata una scelta imprenditoriale, guardavo a Visibilia da diversi anni e ne vedevo le potenzialità", e aveva sottolineato che la holding non aveva grossi debiti arretrati, ma "solo un debito verso l’Agenzia delle entrate di 150 mila euro, che stiamo pagando. Santanchè è invece una mia debitrice, siamo creditori verso di lei di una somma importante, 1,5 milioni che lei sta ripianando con rate mensili da 50 mila euro".

Poi però avrebbe visto, appunto, che qualcosa "si stava sgretolando". Il figlio Mirko ha parlato in termini chiari: "È altamente probabile che quello sia stato sicuramente uno dei motivi principali che l'hanno proprio demolito". Le conseguenze del ‘caso' Visibilia "potevano mettere a rischio la sua immagine, la sua professionalità, cose che si era costruito per 35 anni. Quindi sicuramente può avere avuto un ruolo fondamentale".

Alla trasmissione di Rai 3, Ruffino ha parlato "pressioni ricevute da alte cariche istituzionali per acquisire la società" e di un incontro che avrebbe visto insieme il padre, la ministra Santanchè e il presidente del Senato Ignazio La Russa – Ruffino padre conosceva i La Russa, ed era anche stato indagato insieme a Romano (fratello di Ignazio) per alcuni finanziamenti a una campagna elettorale, per poi essere assolto perché "il fatto non sussiste". Durante questo incontro a tre, secondo Mirko, si sarebbe parlato dell'"acquisto di Visibilia". Una circostanza che la ministra del Turismo ha escluso, e che La Russa a detto non di non ricordare.

Santanchè, intercettata dai cronisti, ha detto di provare "un senso di umana pietà" nei confronti di Ruffino figlio. Non ha parlato oltre delle sue accuse: "Buona visione a quelli che guardano Report e che credono alle costruzioni che fanno", si è limitata a dire.

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