13 Dicembre 2024 14:04
È stato arrestato dopo sei mesi l’autotrasportatore di 44 anni che lo scorso giugno ha inscenato la morte per cause naturali della compagna a Pozzuolo Martesana (Milano). Era stato lui a dare l’allarme, fingendo di aver trovato il corpo senza vita al rientro da una trasferta di lavoro all’estero.
Aveva dato lui per primo l'allarme, fingendo davanti ai carabinieri di essersi trovato davanti il corpo senza vita della compagna in casa al ritorno da una lunga trasferta all'estero. Konrad Marek Daniec, autotrasportatore di 44 anni, dopo sei mesi da quel 14 giugno è stato arrestato come responsabile dell'omicidio della compagna Hanna Herasimchyk, 46enne di origini bielorusse che con lui da tre anni condivideva l'appartamento di via del Citra a Pozzuolo Martesana (Milano). Per gli inquirenti è stato lui a uccidere la donna, ex ballerina e badante. Per questo si trova ora accusato di omicidio volontario aggravato: l’uomo, la notte tra il 11 e il 12 giugno, dopo una violenta lite con la donna l’avrebbe strangolata fino a causarne il decesso, simulando poi il suo rinvenimento solo la mattina successiva.
L'alibi del 44enne, apparentemente credibile, è stato così pian piano distrutto dalle evidenze investigative della Procura di Milano e del Nucleo investigativo dei carabinieri di via della Moscova. Che hanno fatto emergere anche anni e anni di violenze e soprusi nei confronti della compagna, tra liti e aggressioni testimoniate dai vicini di casa che avevano spesso chiamato le forze dell'ordine per sedare le frequenti discussioni tra i due. Ma la donna non aveva mai sporto denuncia.
Il compagno, fin da subito, aveva cercato di far apparire il delitto come morte per cause naturali, dovuto ad alcuni problemi di salute della compagna e a una lunga storia di abusi di sostanze e farmaci. Sul corpo della 46enne, numerose macchie sparse sul corpo, ematomi pregressi sul braccio e una lesione alla nuca. Ma l’attività investigativa ha permesso di incrociare molteplici dati, raccolti grazie a intercettazioni e di analisi delle copie forensi dei telefoni che, comparati con gli esiti autoptici e con gli accertamenti scientifici sulle tracce biologiche repertate sulla scena del crimine, hanno fatto emergere gravissimi indizi di colpevolezza a carico del compagno convivente.