22 Novembre 2024 17:10
Segni e sintomi di un tumore della bocca potrebbero essere confusi con quelli di patologie del cavo orale comuni e decisamente meno gravi, come una gengivite. Fanpage.it ha contattato l’odontostomatologo prof. Michele Mignogna dell’Università Federico II di Napoli per comprendere meglio quali possono essere le differenze, i fattori di rischio della neoplasia e come fare prevenzione. Ecco le sue risposte.
Intervista a Prof. Michele Mignogna
Professore ordinario di malattie odontostomatologiche presso l'Università Federico II di Napoli, responsabile dell'Unità Operativa Complessa di Medicina Orale e presidente della Società Italiana di Patologia e Medicina Orale e Incoming President della Società Europea di Medicina Orale
In Italia, in base ai dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) pubblicati nel suo ultimo rapporto “I numeri del cancro 2023”, ogni anno si registrano circa 4.500 nuovi casi di tumore della bocca o del cavo orale. I decessi sono attorno ai 3.000 nello stesso arco temporale. Si tratta infatti di una patologia aggressiva la cui sopravvivenza a 5 anni si attesta attorno al 50 percento, come sottolineato dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC). Se diagnosticata in fase avanzata e metastatizzante, si scende al 20 percento.
Alla luce di queste premesse, è chiaro che la diagnosi precoce rappresenta un fattore fondamentale per ricevere le migliori opzioni terapeutiche. Recentemente è balzato agli onori della cronaca il caso di un dentista rinviato a giudizio per omicidio colposo di un suo paziente, al quale aveva diagnosticato una gengivite da scarsa igiene orale, ma che in realtà si trattava di un melanoma che ne ha cagionato la morte. Per comprendere come si possono distinguere le malattie, quali sono i principali fattori di rischio del tumore della bocca e cosa fare per la prevenzione, Fanpage.it ha intervistato il professor Michele Mignogna, ordinario di malattie odontostomatologiche presso l'Università Federico II di Napoli. Ecco cosa ci ha raccontato.
Professor Mignogna, come si riconosce un tumore della bocca e perché è possibile confonderlo con una malattia del cavo orale comune come una gengivite
Il carcinoma orale generalmente è un aspetto che può essere correlate a forme che noi diciamo a crescita esofitica, quindi neoformazioni che fanno massa, che fanno vegetazione, oppure può essere legato a perdita di sostanze, quindi ulcerazioni. Sono gli aspetti più comuni che noi vediamo nel cavo orale, forme vegetanti e forme ulcerate. Però noi oggi battiamo molto su un altro tipo di discorso, perché in genere il cancro orale è preceduto da dei precursori. Sono appunto disordini potenzialmente maligni. È preceduto anche di anni, a volte, come insorgenza di cancro vero e proprio. Quindi questi precursori sono quelli che noi cerchiamo di identificare e sui quali facciamo specifica formazione nell'ambito dei corsi di laurea. Questi precursori non sono niente altro che variazioni cromatiche della mucosa orale, o bianche o rosse.
E quando si tratta di un melanoma?
Il melanoma è una lesione orale molto rara. Il melanoma primitivo del cavo orale è piuttosto raro. Può assumere qualunque aspetto clinico, quindi la diagnostica è relativamente complessa. Esistono addirittura forme non pigmentate. Quindi diciamo che a volte crea delle difficoltà tecniche diagnostiche significative.
Con quali malattie comuni può essere confuso un tumore della bocca?
Può essere confuso con forme infiammatorie ovviamente, o con forme benigne a crescita lenta. Ma è difficile che una persona che abbia un'adeguata formazione possa confondere un tumore maligno della bocca. Diciamo che l'odontoiatria oggi è un mondo molto variegato.
Ci spieghi
Giustamente gli odontoiatri hanno competenze che loro scelgono di avere in settori diversi. A volte completamente opposti; si pensi per esempio a chi fa medicina estetica e a chi invece fa il mio lavoro come patologo. Sono mondi diametralmente opposti. C'è comunque un messaggio che vale per tutti: di avere un'informazione di base sulle malattie della bocca e soprattutto che qualunque lesione della bocca che non guarisce dopo un mese va verificata.
Questa era proprio la prossima domanda: quando una persona dovrebbe iniziare a preoccuparsi se si accorge che c'è qualcosa che non va in bocca.
Se una persona ha una lesione che dopo tre o quattro settimane non guarisce, sicuramente ha bisogno di una visita medica. Per l'odontoiatra, che può avere diversi gradi di esperienze in questo campo, vale lo stesso. Qualunque lesione che non guarisce nell'arco tre settimane o quattro, dopo che sono state fatte le terapie odontoiatriche comuni, di primo approccio, che riguardano l'igiene, la rimozione dei fattori irritanti e quindi il normale lavoro odontoiatrico, se questa lesione tende a permanere o a evolvere, chiaramente il paziente va rapidamente riferito a un centro di secondo, terzo livello.
Cosa consiglia di fare per la prevenzione? Le visite di routine dal dentista sono indubbiamente molto preziose.
Questa è una domanda estremamente importante, perché l'odontoiatra è la sentinella sul territorio delle malattie della bocca. Il medico no. Noi in medicina non facciamo formazione su queste malattie. Diciamo che quella delle malattie della bocca è stata scorporata dalla medicina, perché è stata trasportata in odontoiatria. Quindi oggi chi ha formazione sulle malattie della bocca è l'odontoiatra. Questa è una cosa che non dobbiamo dimenticare. Molto spesso gli odontoiatri ti dicono: “Tanto poi c'è il medico che provvede”. Non è così. L'odontoiatra è il titolare delle malattie della bocca, è una cosa che sottolineo e che non si deve mai dimenticare. Bisogna fare formazione continua per gli odontoiatri durante la loro professione e carriera, per mantenere vive le conoscenze in questo campo.
Punto secondo, la migliore prevenzione che si può fare per il cancro della bocca – che è una malattia molto frequente ad alta mortalità e che a volte interessa anche i giovani, quindi ci sono tante novità in questo campo – è l'ispezione visiva della mucosa orale. Quindi il dentista prima di controllare i denti deve ispezionare le mucose orali, sempre e in ogni paziente. E se trova una variazione cromatica o diverse alterazioni, ma soprattutto una variazione cromatica, deve attenzionarla e prendere provvedimenti casomai tendesse a permanere.
Quindi la visita annuale dal dentista, come fanno in tanti, va bene come frequenza?
Se il paziente non ha fattori di rischio sicuramente sì, una volta l'anno è il normale tempo che interessa tutti noi come ispezione della mucosa orale. Se invece il paziente ha fattori di rischio, quali per esempio il fumo di sigaretta o l'uso di alcol, allora deve essere visto ogni sei mesi.
Cosa può dirci degli altri fattori di rischio? Concorre anche il papillomavirus HPV
Oggi esistono tre forme diverse di cancro della bocca. La prima, quella classica, è quella fumo-alcol correlata. È la più importante e diciamo che circa l'80 percento dei pazienti rientra in questa fascia. Poi esistono le forme HPV correlate, che interessano la parte posteriore della bocca, la zona tonsillare, del faringe. Quindi sono un po' più posteriori. E poi esiste una terza fascia che interessa il 10 percento dei pazienti, che sono i carcinomi linguali giovanili in assenza di fattori di rischio. Una patologia particolarmente grave che stiamo vedendo sempre più spesso e che stiamo cercando disperatamente di comprendere meglio tramite la ricerca scientifica.
Anche l'incidenza di altri tumori nei giovani è in crescita, quali potrebbero essere le cause?
Purtroppo per i tumori giovanili non ne abbiamo idea. Molti centri di ricerca nel mondo, tra cui l'Università Federico II a Napoli, portano avanti studi di genetica su questi tumori. La prima cosa è comprenderli, vedere che firma genetica hanno, qual è la via che scelgono per arrivare da cellula normale a cellula trasformata. Quando avremo capito questo, cioè qual è il profilo genetico di questi tumori, potremo essere più precisi in merito.
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