Costretto a pagare 600mila euro ai suoi aguzzini: imprenditore vittima degli usurai si toglie la vita

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22 Ottobre 2024 12:38

Le minacce da parte degli usurai si sono fatte sempre più forti e l’imprenditore si è tolto la vita. Oggi i 4 sono stati arrestati.

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"Se non ci dai 600mila euro, facciamo intervenire la ndrangheta". Così l'uomo, un imprenditore ittico, ha pagato per estinguere il suo debito (di 147mila euro). Ma dopo, a fronte di continue minacce, si è tolto la vita. Per quanto avvenuto, i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone gravemente indiziate a vario titolo di di estorsione con la circostanza aggravante del metodo mafioso e morte come conseguenza di altro delitto.

Gli arresti a Roma

Le indagini sono scattate nel corso del febbraio del 2023, con la denuncia dell'imprenditore cinquantaquattrenne presentata ai carabinieri. Rivoltosi ai militari, l'imprenditore aveva spiegato che quattro persone, fra titolari e operator di una società che operava nel suo stesso settore, volevano obbligarlo a pagare 600mila euro a fronte di un debito di 147mila maturato tra il 2021 e il 2022.

L'uomo ha spiegato di trovarsi sotto minaccia: secondo quanto riportato i quattro indagati avrebbero raccontato di aver ceduto il credito ad una cosca di ndrangheta. Nel giro di qualche settimana sono riusciti a recuperarne una parte, circa 60mila.

Le minacce a lui e alla famiglia

Poi hanno continuato a minacciarlo di morte e violenze. Lo hanno costretto a firmare un documento in cui affermava che avrebbe pagato il debito di 600mila euro, per estinguere quello ancora esistente con i gruppi ndranghetisti ed evitare ripercussioni su di lui o sui suoi familiari. Le minacce, però, non sono terminate neanche a fronte dell'impegno formale. Così, poco tempo dopo l'inizio delle indagini, il cinquantaquattrenne si è tolto la vita.

Per i quattro, i carabinieri del comando provinciale hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. I quattro sono indagati, a vario titolo, di estorsione con la circostanza aggravante del metodo mafioso e morte come conseguenza di altro delitto.

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