Filippo Turetta condannato, risarcimento per 760mila euro alla famiglia di Giulia: mezzo milione al padre Gino

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Filippo Turetta è stato condannato all'ergastolo per il femminicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia.

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La condanna e i risarcimenti

Il collegio ha escluso le aggravanti della crudeltà e del reato di minacce, previsto dall'articolo 612 bis del codice penale, unificati dal vincolo della continuazione. Oltre alle interdizioni di legge, è stato disposto un risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila euro a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale. Un totale di 760mila euro. Le motivazioni verranno depositate entro 90 giorni. 

Le richieste della famiglia

Un risarcimento da 2.150.000 euro era quello richiesto dalla famiglia Cecchettin. Quello dei legali era un atto dovuto, non solo perché è poco probabile che la famiglia del ragazzo reo confesso abbia a disposizione tali somme. Ma anche, anzi soprattutto, perché è impossibile quantificare in denaro il vuoto che lascia la perdita di una persona cara. 

Le tabelle

Le tabelle dell’Osservatorio sono suddivise in numerosi punti, ognuno dei quali ha un valore di 3.911 euro. Di questi, l’avvocato della famiglia Cecchettin ne ha contati 82. Per la precisione, 18 punti per l’età del congiunto che sopporta la perdita, 24 per l’età della vittima, 30 (il massimo, ndr.) per la «qualità e intensità della relazione» tra padre e figlia. In totale 391mila euro. A questo si aggiungono l’angoscia per la scomparsa di Giulia – il cui corpo fu ritrovato dopo una settimana di ricerche – e per la «perdita di ogni speranza».

Si seguono precise «tabelle a punti», elaborate dall’Osservatorio di Milano, che calcolano il danno risarcibile:

  • il «danno da perdita del rapporto parentale».
  • il danno un padre che perde la figlia, come dice la Cassazione: «Quel danno che va al di là del crudo dolore che la morte in sé di una persona cara, tanto più se preceduta da agonia, provoca nei prossimi congiunti che le sopravvivono». Perché include anche quella sensazione di vuoto «costituito dal non poter più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno e perciò nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita». 

Il vuoto

Il tutto gia intorno alla sensazione di vuoto «costituito dal non poter più godere della presenza e del rapporto con chi è venuto meno e perciò nell’irrimediabile distruzione di un sistema di vita». 

In questo caso specifico – quello di Gino e Giulia – quel vuoto è acuito dalla «perdita della moglie» subita pochi mesi prima, che «ha determinato una condizione di profonda sofferenza e una irreversibile compromissione della sua esistenza». Queste le parole del legale di famiglia per spiegare la richiesta di oltre 1 milione di euro di risarcimento al padre per i danni subiti. Basterà? Certo che no, i ldolore non ha prezzo. Ma che almeno il tutto sia di esempio.

Cos'è lo «iure hereditatis»

Con «iure hereditatis», si intendono i danni risarcibili alla vittima e liquidabili agli eredi. In questo ambito si tiene conto del «danno biologico terminale» e il «danno da lucida agonia», cioè la quantificazione della sofferenza della vittima che si rende conto di star morendo. Per questo, Gino con i legale avevano richiesto un risarcimento di 1.150.000 euro. Una prima metà della somma totale richiesta dalla famiglia Cecchettin. 

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