8 Novembre 2024 22:08
La scoperta il giorno prima di Halloween in una scuola di Lecce. Il giovane accusato di aver portato a scuola 14 bombe carta aventi una “potenzialità lesiva devastante e letale” e capaci di compiere “una strage”. Ora è in un comunità penale.
Si è presentato a scuola con 14 bombe carta, pronte per essere vendute in vista della serata di Halloween.
La tragedia è stata evitata per un soffio a Lecce, dove i carabinieri della compagnia del capoluogo e della stazione di Santa Rosa sono intervenuti per sequestrare i petardi, definiti dalla procura per i minorenni di Lecce come aventi una "potenzialità lesiva devastante e letale" e capaci di causare "una strage". Un quindicenne è stato fermato con l'accusa di trasporto e detenzione di materiale esplodente.
Secondo gli artificieri, sarebbe bastata persino la cenere di una sigaretta per provocare un’esplosione micidiale.
Stando alla ricostruzione dei fatti, a trovare le bombe carta – dotate di innesco rudimentale e prive di protezione – è stato il dirigente scolastico dell’istituto superiore. Nel pomeriggio del 31 ottobre scorso, il preside si era messo a cercare uno zaino sospetto dopo aver raccolto le voci preoccupate di studenti e insegnanti su ciò che era stato osservato in un'aula quella mattina.
Così, ha chiamato i carabinieri. Inizialmente nascosti in uno zaino lasciato sul banco di una classe e poi trasferiti in una busta della spesa, sono stati trovati 14 candelotti con miccia. Il peso era riportato sull’involucro bianco: 30 grammi per sette di essi e 50 grammi per gli altri. I petardi sono stati rinvenuti nel cortile vicino all’ingresso secondario dell’edificio, tra l’erba alta.
Le indagini per identificare il responsabile sono proseguite nei giorni successivi. Una volta individuato, il 15enne avrebbe ammesso di fronte agli inquirenti di aver portato i petardi a scuola per venderli ad altri minorenni, dai quali aveva già ricevuto il denaro in vista di Halloween.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri di Lecce con il supporto dei colleghi di Santa Rosa, ha portato all’applicazione della misura cautelare del collocamento in una comunità penale per il giovane, su disposizione della procuratrice capo Simona Filoni.