Joe Biden grazia il figlio Hunter: “Quando è troppo è troppo”. Rischiava oltre 20 anni di carcere

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New York – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato la “grazia piena e incondizionata” per il figlio Hunter. Lo ha deciso accusando le procure di aver agito “per ragioni politiche”. “Attraverso lui - ha spiegato - volevano spezzare me. Quando è troppo è troppo”.

I due processi

Hunter Biden questo mese avrebbe conosciuto il suo destino riguardo due processi in cui era stato dichiarato colpevole di reati federali, i più gravi: il 12 dicembre in un tribunale nel Delaware per possesso illegale di arma e aver mentito all’Fbi, e il 16 in California per frode finanziaria. Il figlio del presidente rischiava una condanna complessiva a oltre vent’anni di carcere.

Biden: “Preso di mira perché è mio figlio”

“Nessuna persona ragionevole - ha spiegato Biden in una dichiarazione scritta - che guarda ai fatti dei processi a Hunter può arrivare a una conclusione diversa da quella che sia stato preso di mira perché è mio figlio, e questo è sbagliato”. “C’è stato un tentativo di spezzarlo - ha aggiunto il presidente uscente - che da cinque anni e mezzo è sobrio anche davanti ad attacchi implacabili e a un’azione penale selettiva”. “Nel cercare di spezzare lui - ha continuato Biden - hanno cercato di spezzare me, e non c’è motivo di credere che finirà qui. Quando è troppo è troppo”.

(afp)

Durante la campagna elettorale il presidente aveva più volte ripetuto che non avrebbe usato i suoi poteri per graziare il figlio, segnando una differenza di stile da quello che allora era il suo avversario, Donald Trump, che non si era mai fatto scrupoli nel graziare amici e donatori.

Il cambio di toni

Invece Biden ha usato toni vittimistici quasi simili nei confronti delle procure. “Credo nel sistema giudiziario - ha detto - ma mentre riflettevo su questa situazione, ho anche ritenuto che la politica abbia infettato questo processo e abbia portato a un errore giudiziario”. “Una volta presa questa decisione questo fine settimana - ha continuato - non aveva senso ritardarla ulteriormente. Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente arrivano a questa decisione”.

La sconfitta di Kamala Harris alle presidenziali e l’imminente ritorno del tycoon alla Casa Bianca, con il suo piano di vendetta sugli avversari, a cominciare dalla famiglia Biden, ha spinto il presidente a salvare il figlio. La decisione ha cominciato ad affiorare quando gli avvocati di Hunter, in vista delle due udienze, avevano espresso timori per il ritorno di Trump e la scelta di mettere tutti “vendicatori” nei posti di vertice della Giustizia americana, a cominciare dalla procuratrice generale Pam Bondi, tra le più accanite sostenitrici dell’accusa, mai provata, dei brogli alle elezioni del 2020. Biden ha maturato la decisione nei giorni di Thanksgiving, la settimana scorsa, quando si è ritirato con tutta la famiglia a Nantucket, l’isola di fronte al Massachusetts. Con lui c’era anche il figlio Hunter.

(reuters)
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