Il copione si ripete: magistratura contro governo. Un nuovo capitolo di una lunga serie, una nuova pagina destinata a far crescere ulteriormente di intensità le polemiche e la tensione. Infatti un giudice del Tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall'Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato.
I giudici, insomma, contro il decreto Paesi sicuri con cui il governo ha superato lo stop imposto al primo trasferimento di immigrati in Albania. Secondo il magistrato del Tribunale di Catania, una lista di paesi sicuri "non esime il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità" di tale "designazione con il diritto dell'Unione europea e in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani che investono le libertà di un ordinamento democratico".
Questo quanto messo nero su bianco nel provvedimento con cui non è stato convalidato il trattenimento. "È la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri", ha commentato il legale del migrante, l'avvocata Rosa Emanuela Lo Faro.
Il punto è che l'Egitto fa parte dei 19 Paesi "sicuri elencati nel decreto recentemente varato dal governo Meloni, ragione per la quale dovrebbe consentire l'espulsione "per direttissima" del migrante, senza che venga esaminata la domanda di protezione. Secondo parte della magistratura - si pensi a quanto sostenuto da un provvedimento del tribunale di Bologna di pochi giorni fa - questa norma contrasterebbe con una sentenza della corte di Giustizia Ue e con una direttiva comunitaria, in base alle quali un Paese può essere considerato sicuro solo quando tutte le categorie di cittadini, nessuna esclusa, sono al riparo da trattamenti che violano i loro diritti". E lo scontro continua...