La danza della comunicazione non verbale in Asia: sette consigli per i manager occidentali

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Go East!

In Asia, la comunicazione non verbale è fondamentale per stabilire relazioni efficaci. Ecco alcuni segreti per decifrare gli indizi e creare fiducia reciproca

di Alfonso Emanuele de León*

25 ottobre 2024

3' di lettura

Navigare le complesse e altrettanto affascinanti relazioni con le controparti asiatiche va oltre conoscere l’inglese e qualche parola nella lingua locale.

Un elemento cruciale, quello che a me personalmente è risultato più complesso ma anche maggiormente soddisfacente decifrare, è stato comprendere la comunicazione non verbale in Asia. Se da noi in Occidente una forte stretta di mano, guardarsi negli occhi e tante belle parole sostanzialmente raggiungono gli obiettivi di comunicazione, le culture asiatiche spesso si basano su sottili indizi per trasmettere quello che realmente vogliono dirci.

Ecco allora sette consigli per i manager occidentali che si avventurino in Asia, per decifrare questa danza silenziosa.

Il primo rituale: il biglietto da visita. A differenza che in Occidente, dove il biglietto viene più o meno lanciato nelle mani del ricevente, in Asia scambiare biglietti da visita è un rituale importante. Bisogna trattare il biglietto con il massimo rispetto, presentandolo con entrambe le mani girato verso il ricevente. E dedicando il giusto tempo a leggere l’informazione contenuta, anche magari commentando e apprezzandone ad alta voce elementi come l’indirizzo degli uffici. Prendetelo come abitudine e fatelo sempre, anche in Occidente, è un rituale di grande delicatezza.

Gifting: la consuetudine per dimostrare rispetto. Un’abitudine che cementa la relazione quando si visita, o si riceve qualcuno, è quella di fare un regalo. Evitando regali costosi e sfarzosi che potrebbero creare l’obbligo di reciprocità e concentrandosi su un piccolo gesto che sia culturalmente rilevante si dimostra rispetto e attenzione per le loro tradizioni. E non sorprendersi se il regalo non viene aperto in vostra presenza: in Asia i regali vengono normalmente scartati in privato, proprio per evitare di imbarazzare la controparte se il regalo fosse poco gradito.

Eye Contact cum grano salis. Se da noi mantenere un continuo contatto visivo dimostra rispetto e attenzione, un contatto prolungato può essere interpretato come aggressivo o poco educato nelle culture asiatiche. Un cortese contatto iniziale seguito da un rispettoso abbassare lo sguardo dimostra attenzione senza causare imbarazzo.

Il ruolo del silenzio. Fondamentale comprenderlo in Giappone, ma valido anche nel resto dell’Asia, dove il silenzio in riunione non significa imbarazzo e mancanza idee, ma al contrario rispettoso ascolto e considerazione. A dire il vero qui i veri strani siamo noi occidentali: abbiamo quasi un horror vacui nel quale, se in una riunione si verifica una pausa di silenzio, bisogna immediatamente riempirla dicendo la prima cosa che ci venga in mente. In Asia e soprattutto in Giappone è esattamente il contrario: dare una risposta mezza pensata è sintomo di superficialità. Rispettare il loro silenzio mentre riflettono sulla risposta, anche permettendo di confabulare tra loro prima di rispondere.

L’arte del body language. Qui noi italiani siamo i maestri, e questo ci aiuta enormemente a trasmettere i nostri pensieri. Però quando mi trasferii in Asia dovetti riprogrammare la postura perché un eccesso di movimento poteva essere percepito come nervosismo o impazienza mentre essere più composti trasmette un maggior senso di sicurezza e di rispetto.

Interpretare l’annuire, anzi non interpretarlo. Attenzione! Se da noi annuire significa essere d’accordo, in molte culture asiatiche semplicemente significa che si sta ascoltando con attenzione. Evidentissimo a modo suo in India, quando le persone fanno dondolare la testa da una parte e dall’altra: semplicemente ci stanno comunicando che sono in ascolto. E quindi bisogna verificare esplicitamente i passaggi nei quali si richiede l’accordo: qui ci vuole la comunicazione verbale!

Costruire la credibilità attraverso le azioni. Dovrebbe valere in tutto il mondo, ma qui è ancora più fondamentale. In Asia le parole sono importanti, ma le azioni parlando ancora di più: onorare gli impegni presi, dimostrare un genuino interesse nella costruzione di una relazione di lungo termine valgono molto di più di strategie, dichiarazioni e promesse.

E soprattutto, ed in conclusione, è importante ricordarsi che la comunicazione non verbale è una strada a doppio senso: mentre si decifra la persona di fronte bisogna fare attenzione a quello che la nostra comunicazione non verbale sta trasmettendo. Essere consapevoli di questa danza non verbale e fare attenzione a rispettare le controparti adottando la loro cultura e modo di interagire accelera il processo di creazione della fiducia che così tanto conta in Asia.

È il miglior investimento che si possa fare in questa parte del mondo.

* Partner presso FA Hong Kong Consulting

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