La nuova frode sta prendendo di mira le madri italiane, facendo leva sul senso di protezione nei confronti dei figli
Una nuova truffa sta prendendo piede in questi ultimi giorni, e a finire nel mirino sono le mamme italiane. Facendo leva sul loro senso di protezione innato nei confronti dei figli e utilizzando un linguaggio decisamente confidenziale, soprattutto rispetto a frodi di questo genere, i cybercriminali generano ansia e inducono le vittime a soddisfare le richieste ricevute via telefono senza farsi troppe domande.
Le segnalazioni iniziano a essere numerose e le caratteristiche del raggiro si presentano molto simili tra un caso e l'altro, a dimostrazione del fatto che, pur trattandosi di una tipologia di truffa non particolarmente strutturata, è stata allestita fin nei minimi dettagli. Utilizzando tecniche consolidate di social engineering, quindi con lo sfruttamento di abilità comunicative e di manipolazione psicologica finalizzate all'estorsione di informazioni e dati sensibili, i malviventi riescono a instillare un senso di urgenza nell'obiettivo di turno attraverso un semplice messaggio di testo. Ci troviamo, pertanto, dinanzi a una forma di "smishing", col truffatore che finge di essere il figlio della vittima e ricrea una fittizia situazione di imminente pericolo.
"Mamma sto provando a chiamarti, è successo un casino! Salvati questo numero e scrivimi su WhatsApp", recita grossomodo il messaggio che tante donne hanno ricevuto recentemente. Un testo diretto che non lascia spazio a interpretazioni e genera ansia, specie in una madre poco avvezza a fronteggiare frodi del genere. Per risultare ancora più persuasivi, quindi, i cybercriminali non solo utilizzano un linguaggio quotidiano e confidenziale, che contribuisce a far abbassare la guardia alla vittima, ma spesso e volentieri riescono a sfruttare informazioni più precise sulla famiglia colpita traendole dai social media oppure da dati acquistati online dai data broker.
La comunicazione rimane nell'ambito dei messaggi di testo, per cui un primo campanello d'allarme per le vittime può essere il fatto che il presunto figlio cerchi in ogni modo possibile e immaginabile di evitare le telefonate o le videochiamate. Ovviamente, come sempre accade in frodi del genere, l'obiettivo del truffatore è quello di persuadere la vittima, in questo caso la madre preoccupata, a versare del denaro per risolvere il problema portato alla sua attenzione.
Di solito, ed è questo un altro segnale di cui tener conto per comprendere di essere finite in trappola, viene richiesto il versamento attraverso bonifici istantanei, molto più difficili da bloccare qualora l'obiettivo di turno si rendesse conto del raggiro ai suoi danni.
Il primo consiglio è sempre quello di contattare telefonicamente la persona da cui sarebbe partita la richiesta di aiuto e comunque di evitare di dar credito a chi chiede informazioni sensibili da un numero sconosciuto.