Manuel Bortuzzo perseguitato dalla ex: «Volevo rinunciare alle gare». Lulù Selassiè si giustifica: «Lui mi aveva illuso»

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Per un momento Manuel Bortuzzo aveva pensato di lasciare il nuoto e le Fiamme oro. Per lui, l’ansia che l’ex fidanzata, Lucrezia Hailé Selassié, potesse raggiungerlo, senza che a proteggerlo ci fossero i suoi familiari, e in particolare il padre, era insostenibile. «È diventato un problema per me e per la squadra», ha detto quando, dopo avere atteso (e subito) a lungo, ha deciso di denunciare. Per due anni, durante i quali è stato seguito, chiamato e minacciato, anche la concentrazione del campione paralimpico è stata messa a dura prova. E temeva, che Lulù, dopo essersi presentata in Portogallo in primavera, ad agosto, potesse raggiungerlo anche alle paralimpiadi di Parigi, perché gli era giunta voce che avesse già fatto il biglietto e che stesse «facendo di tutto per andare», nonostante da prima dell’estate indossasse il braccialetto elettronico. Per questo era tornato in commissariato a Ostia, dove già ad aprile, quando aveva deciso di raccontare cosa fosse successo negli ultimi due anni, si era sentito protetto.

In attesa del processo con rito abbreviato per stalking, fissato per il prossimo 13 marzo, Bortuzzo sceglie di non commentare. «Siamo stati per mesi in silenzio, per non alimentare la tensione - commenta laconico Franco, suo padre - La magistratura sta ancora lavorando e la giustizia farà il suo corso». Dice che Manuel è alle Seychelles e sta meglio.

L’ANSIA
A Madeira, in occasione dei mondiali paralimpici di nuoto dell’aprile 2024, Lulù si era presentata nell’albergo dove alloggiava Manuel. Per individuare l’hotel, che ospitava l’intera squadra, avrebbe chiamato tutti gli alberghi, fingendosi la moglie dell’atleta e chiedendo del team italiano. Poi era arrivata con una delle sorelle, aveva prenotato una stanza e aveva lasciato un biglietto d’amore sotto la porta di quella di Manuel: «Amore mio, sono qui per te, ti aspetto in camera, floor 10, stanza 1023. I love you so much! la tua Lulù». Non c’era stata alcuna risposta. E allora aveva deciso di andare lei nella camera di Manuel. In quell’occasione lo avrebbe schiaffeggiato. È stato l’ultimo episodio, quello che ha portato Bortuzzo, dopo due anni trascorsi a tentare di convincere la ex ad accettare la fine della loro relazione e in ansia per le olimpiadi paralimpiche dell’agosto successivo, a presentare denuncia.

Prima c’erano stati altri avvenimenti che gli avevano provocato un’ansia crescente. Già l’anno precedente, in occasione dei mondiali di Manchester, Lulù si era presentata in albergo. E un anno prima in ospedale a Latina, quando, in preda all’ira, aveva preso a calci la porta della sala operatoria dietro la quale c’era il giovane. Il 3 maggio, in occasione del suo compleanno, l’atleta aveva festeggiato in un ristorante. Lucrezia non era comparsa. Ma, quando Manuel era uscito dal locale, sul parabrezza della sua auto aveva trovato un biglietto della ex, che evidentemente lo seguiva anche senza farsi vedere. E gli dimostrava di tenerlo sotto controllo. Dopo un fiume di messaggi e chiamate, Bortuzzo aveva finito per bloccare tutti i numeri che non fossero registrati in rubrica e con il chiedere al padre di fargli da filtro.

LA DIFESA
L’avvocato Edoardo Albertario, difensore di Lucrezia Salassié, precisa che la sua assistita non ha mai fatto alcuna ammissione di responsabilità: «La mia assistita si dichiara innocente e la verità processuale emergerà al momento e nelle sedi opportune». L’influencer, che ha reso spontanee dichiarazioni, ha ammesso di avere esagerato, ma sostiene che alcuni messaggi di Bortuzzo, che avrebbe voluto indurla a ragionare e accettare la fine della loro storia, dopo l’esperienza condivisa nella casa del Grande fratello, l’avrebbero invece tratta in inganno, facendole pensare che l’atleta provasse ancora qualcosa per lei. «Auspichiamo - conclude il legale - che si metta immediatamente fine a questa macchina del fango che non fa bene a nessuno e che può produrre danni, morali e non, di grave ed imprevedibile portata».

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