Metalli e rischio di sovrappeso e obesità nei bambini: per uno studio esiste una correlazione

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12 Dicembre 2024 15:54

Una recente ricerca spagnola ha evidenziato un legame tra l’esposizione precoce ai metalli e il rischio di sviluppare problemi legati all’eccesso di peso: alcuni sembrano aumentarne il rischio, mentre altri risultano associati a una probabilità inferiore rispetto alla media.

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Un recente studio condotto dal Granada Biosanitary Research Institute in collaborazione con l’Università di Granada ha rivelato una connessione tra l’esposizione a diversi metalli ambientali e il rischio di sovrappeso e obesità nei bambini: secondo i risultati ottenuti, alcuni metalli come piombo e arsenico possono aumentare il rischio di sviluppare simili problemi di peso durante la crescita, mentre altri, come il cobalto, potrebbero invece sortire un effetto protettivo.

Lo studio, pubblicato su Exposure and Health, sembra confermare una volta di più quanto sia cruciale il legame tra ambiente e salute, suggerendo la necessità di azioni collettive per proteggere le generazioni future.

Un problema globale con radici ambientali

Il sovrappeso e l’obesità infantile sono due condizioni che destano sempre più preoccupazione a livello globale, con impatti significativi sulla salute a lungo termine, tra cui lo sviluppo di malattie croniche, e di conseguenza anche sul bilancio sanitario dei Paesi sviluppati.

Secondo i ricercatori spagnoli però, oltre a patologie e stili di vita scorretti, anche l’esposizione ad alcuni metalli sin dalla più tenera età potrebbe contribuire all'ascesa del fenomeno. I bambini infatti vengono a contatto con questi metalli praticamente fin dalla nascita, principalmente attraverso il cibo che consumano, l'acqua che bevono e persino l'aria che respirano, poiché vernici, smog ed emissioni industriali rilasciano nell'atmosfera grandi concentrazioni di simili elementi.

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L’indagine, condotta tra gennaio 2020 e gennaio 2022, ha coinvolto bambini reclutati attraverso 15 centri di assistenza primaria e 3 scuole della provincia di Granada. I dati raccolti comprendono informazioni sulle variabili socio-demografiche, le abitudini quotidiane, la quantità (e la tipologia) dell'attività fisica praticata e l'alimentazione seguita. Inoltre, l’analisi delle urine dei partecipanti ha permesso di misurare le concentrazioni di diversi metalli. Questo approccio multidisciplinare ha offerto una panoramica completa delle possibili correlazioni tra esposizione ai metalli e obesità.

Verso politiche pubbliche per ambienti più sani

I risultati ottenuti dalle risposte date dai partecipanti e dall'analisi delle urine dei bambini coinvolti hanno tracciato dei trend piuttosto marcati nell'associazione tra alcuni metalli e la presenza di problemi legati al peso (sia obesità che sovrappeso). Piombo, cadmio e arsenico – metalli presenti anche nell'acqua potabile, nei cereali e nei loro derivati – sono stati connessi a un rischio più elevato di sovrappeso e obesità. Cobalto, molibdeno e cromo hanno invece presentato un'associazione inversa: i bimbi che presentavano maggiori concentrazioni di questi metalli presentavano minori probabilità di avere a che fare con problematiche legate all'eccesso di peso

Lo studio ha anche sottolineato l’importanza di ridurre l’esposizione ai metalli tossici durante l’infanzia, evidenziando la necessità di politiche pubbliche mirate a creare ambienti più sani e a promuovere stili di vita che aiutino a prevenire le malattie legate all’obesità sin dai primi anni di vita.

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