30 Novembre 2024 14:21
Il 76enne molisano si laurea in comunicazione biomedica. Prima di questo riconoscimento ne sono arrivati molti altri in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Lettere e Scienze politiche, per dirne alcuni. E agli studenti più giovani spiega anche il segreto del suo successo.
Foto La Sapienza
Nella sua vita il 76enne molisano per Michele Carmosino, per tutti Mimmo, è stato un po' tutto: ingegnere e avvocato, ha ricoperto incarichi politici e amministrativi e diretto aziende sanitarie. Professioni che ha raggiunto grazie al suo impegno costante e alla dedizione negli studi, che continuano ancora oggi con la sua decima laurea, in comunicazione biomedica scientifica.
Da studente universitario diligente qual è, Michele si divide tra Roma, dove frequenta l'università La Sapienza, e Isernia – è originario di Vastogirardi – dove ritorna durante i fine settimana per trascorrere del tempo con sua madre. Il primo titolo accademico è arrivato nel 1972 quando è diventato ingegnere. Passando gli anni, si sposa con Paola e la coppia ha due figlie.
Ma ad un certo punto nel ’96 decide di tornare tra i banchi dell’università per studiare. Prende una laurea in giurisprudenza per tenersi aggiornato col suo lavoro. "Lavoravo come ingegnere alla Sip. Superato l’esame di stato, ho iniziato a esercitare anche come avvocato. Ma siccome non sentivo appagata la mia curiosità, ho continuato a studiare", spiega a Repubblica.
Non si ferma. Ottiene una laurea dopo l'altra, tutte con il massimo dei voti: in Economia e Commercio, Lettere e Scienze politiche, per dirne alcune. All'età di 63 anni ne può vantare ben otto.
Due anni fa arriva l'ennesima fatica: Medicina, completata con l'abilitazione. "Il mio relatore mi suggerì di pubblicare la mia tesi, uno studio sull’Alzheimer. Gli risposi scherzando: ‘Qui ci vuole qualcuno che curi me'", racconta nell'intervista.
L'ultima, in Comunicazione scientifica biomedica, non sarà comunque l'ultima: "Intanto sto frequentando il terzo anno in Studi storico-artistici", assicura. Ammette che "la memoria regge ancora, anche se qualche volta le parole fanno giri lunghi. A un esame, di recente, non riuscivo a ricordare “Psiche” della famosa scultura “Amore e Psiche” di Antonio Canova. Il professore stava per darmi 29, ma gli ho detto che non avevo mai preso meno di 30. Mi ha fatto un’altra domanda e alla fine arrivata la lode", racconta.
Ogni traguardo il signor Michele l’ha dedicato alla moglie, scomparsa 20 anni fa: "Su ciascuna tesi ho inciso la frase: ‘All’infinito, tutto come ogni attimo della mia vita, dedicato a Paola'". Ma qual è il segreto del suo successo? Agli studenti più giovani l’uomo rivela: "Il giorno prima dell’esame non apro i libri".