A destra del portone, al civico 84 di piazza Municipio, c’è una bacheca tutta dedicata ai Cin, i codici delle strutture ricettive per turisti. Sono ben otto, in un solo palazzo. Siamo nel cuore della prima accoglienza turistica partenopea: qui b&b e case vacanza, come quella in cui ha perso la vita Manuela, spuntano come funghi. Non lontano, sui muri dell’ex Grand Hotel de Londres oggi sede del Tar, c’è la scritta «tourist go home».
Al contrario, arrivano migliaia di vacanzieri al giorno: siamo a due passi dal porto, in pieno centro, di fronte alla metro della linea 1. Una miriade di camere da controllare, ma pochissimi vigili per farlo. Il nucleo della polizia turistica, che dovrebbe portare avanti verifiche sulle strutture, conta appena 9 agenti. In ogni caso, come sottolineato dal Comune, «la struttura dove è divampato l'incendio era regolare». Almeno a livello burocratico.
Il cordoglio
Sono tanti i temi sollevati dalla tragedia della casa vacanze di ieri mattina, proprio nell'angolo di marciapiede in cui fu ucciso per nulla Giogiò. Temi che riguardano le regole e i controlli. Partiamo però dalle parole dell’assessore al Turismo Teresa Armato: «Abbiamo appreso con sgomento la notizia della morte di Emanuela, la 28enne di Maglie (Lecce), nel corso di un incendio in una struttura di piazza Municipio – le sue parole – L’amministrazione, con il sindaco Manfredi, è vicina alla famiglia. Saranno le indagini a chiarire la dinamica dell’accaduto mentre i nostri uffici hanno immediatamente verificato la piena regolarità della casa vacanza nella quale si è consumata la tragedia. Questo è il momento del dolore per questa giovane donna morta in circostanze cosi tragiche e per i suoi familiari, ai quali va il cordoglio di tutta la città». La struttura in cui ha perso la vita Emanuela aveva presentato una Scia regolare, ed era in attesa di ottenere il Cin (codice identificativo delle strutture ricettive).
Proprio in ragione del Cin, è un momento caldo nel settore extralberghiero: tanti stanno vendendo le case, perché le regole si stanno stringendo. A gennaio, chi non sarà dotato di Cin sarà cancellato da Airbnb. In città sono circa 7mila le strutture ricettive extralberghiere che hanno ricevuto il Cusr (il codice unico delle strutture ricettive) dal Suap, ma gli annunci sono molti di più: 13mila e rotti. Ma si tratta di una pratica esclusivamente burocratica, dal momento che gli agenti per controllarle sono solo 9. Come ci spiega il generale Ciro Esposito, comandante della polizia municipale di Napoli, si spera di incrementare le risorse entro fine anno: «La polizia turistica ha bisogno di più personale per poter effettuare i controlli sulle strutture abusive - spiega - A occuparsi dell’extralberghiero e dei taxi in maniera specifica c’è la polizia turistica, che conta 9 unità. Mi auguro che le nuove assunzioni, in parte, interessino la polizia turistica». Napoli conta quasi mille vigili meno di Torino, che ne ha 2300. Le risorse sono davvero poche. Il Comune ha offerto ospitalità ai genitori di Emanuela, ascoltati ieri al commissariato dei Decumani, ma hanno preferito tornare in Puglia.
Le prospettive
Secondo le stime di Abbac (associazione di categoria del settore extralberghiero), 2mila annunci spariranno da Napoli, perché «privi di requisiti per mettersi in regola – commenta Agostino Ingenito, presidente della stessa Abbac – per essere a posto con il Cin è necessario rispettare il dm Sanità del ’75: 28 metri quadri per un monolocale con un posto letto e 38 metri quadri per due ospiti. Più i 2,7 metri d’altezza». Ingenito, presente ieri mattina in piazza Municipio, osserva poi, senza entrare nel merito del caso specifico della struttura ricettiva in cui ha perso la vita Emanuela, che «le strutture ricettive extralberghiere, come previsto nella legge di Bilancio di dicembre scorso, devono avere un rilevatore di monossido antincendio.
Esprimiamo cordoglio ai familiari e facciamo un plauso all'immediato intervento dei Vigili del Fuoco. Chiediamo maggiori controlli sul territorio, anche con l'obiettivo di ridurre l’impatto di strutture ricettive che non hanno i requisiti urbanistici».