"Non cedete. Una persecuzione, cosa rischio". Ilaria Salis, le "lacrime" in aula contro Orban

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L'Ungheria ha chiesto alla presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola di revocare l'immunità parlamentare di Ilaria Salis, l'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra è passata al contrattacco. Come? Rifilandoci il solito piagnisteo da vittima a Strasburgo. "La mia intenzione non è difendermi dal processo ma all'interno di un processo che sia giusto ed equo - ha spiegato in una conferenza stampa -, il problema è che un processo di questo tipo non può svolgersi in Ungheria e ne abbiamo avuto ampie prove". 

"Rischio fino a 24 anni di carcere duro, una pena assolutamente sproposita rispetto ai reati contestati, in un Paese dove non ci sono le minime condizioni per un processo equo - ha proseguito Salis -Per questo chiedo al Parlamento europeo di non cedere alla prepotenza del governo autoritario ungherese, che difenda i diritti umani e non si pieghi alle prepotenze della democrazia illiberale di Orban", ha aggiunto riferendosi alla richiesta di revoca dell'immunità da parte di Budapest. L'eurodeputata ha spiegato che ci vorranno dei mesi prima che la procedura sia completata.

"Voglio porre una domanda a Viktor Orban e al suo portavoce Zoltán Kovács: davvero in Ungheria è normale affermare che una persona è una delinquente prima della sentenza? Davvero è normale affermare queste cose nonostante la separazione dei poteri? Io sono già stata condannata da Orban, da Kovacs e dagli altri patrioti di altri Paesi - ha tuonato Salis -. Come è possibile che in queste condizioni si svolga un processo equo. C'è una persecuzione nei miei confronti un accanimento politico, questi attacchi hanno lo scopo di impedirmi di svolgere mio mandato da Eurodeputata", ha aggiunto Salis.

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