"Giorgia Meloni viene vista come un ponte tra la destra-destra e la socialdemocrazia, ma io non credo sia così": Andrea Scanzi lo ha detto in collegamento con Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, commentando l'articolo di Politico che ha incoronato la premier come personaggio "più potente d'Europa". Qualcosa di inammissibile secondo lui, che la reputa invece una "leader di un partito di destra-destra, capo di un governo di destra-destra, con rigurgiti berlusconiani. Per me il peggio del peggio".
Come si spiega allora il riconoscimento dei grandi giornali stranieri? Per la firma del Fatto Quotidiano, ad "aiutare" Meloni in questo senso sarebbero due elementi: "Punto uno sa comunicare e poi lei è stata furba e scaltra nel disinnescarsi. Lei ha detto: ho vinto le elezioni perché sono contro l'establishment. Ma in realtà lei sta facendo le stesse cose del governo precedente, quelle di Draghi, ma peggio, andando contro la sua natura".
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A dire la sua sul tema anche Ezio Mauro, pure lui ospite del talk: "Se parli coi direttori dei giornali stranieri, Meloni ha una considerazione in Europa di cui non ci rendiamo conto. Dal punto di vista strategico, all'inizio del suo mandato di presidente con la scelta di schierarsi nel campo atlantico a sostegno dell'Ucraina si è comprata un'identità di politica estera. Gli Usa erano in cerca di alleati e Meloni, credo senza ambiguità, ha appoggiato l'Ucraina e ha instaurato un rapporto con la Casa Bianca molto buono". Infine l'ex direttore di Repubblica ha aggiunto: "Meloni ha fatto una scelta atlantica sicura ma per la prima volta abbiamo un presidente del Consiglio che non è occidentale, non vicina ai valori dell'Occidentale".