Salute
Se ne è parlato recentemente al convegno nazionale “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario”, promosso dall'Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma
di Ennio Battista | 27 Ottobre 2024
Si trovano dappertutto, è una versa invasione. Non solo le sostanze tossiche che scegliamo di consumare per mero piacere o perché ormai qualcuno non ne può fare a meno, come fumo o alcol. Ci sono almeno altre 126 sostanze cancerogene certe per l’uomo, come le polveri sottili legate allo smog, i metalli pesanti che provengono dalle attività industriali e le radiazioni ionizzanti. Lo afferma l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc). Che ne segnala altre, 416, probabilmente o possibilmente cancerogene, tra cui alcuni pesticidi come glifosato e i Pfas, sostanze chimiche presenti un po’ ovunque, dai prodotti che usiamo, ai cibi e all’acqua.
“Circondati dai veleni”
Se ne è parlato recentemente al convegno nazionale “Curare è prendersi cura. Impatto ambientale e rischio sanitario”, promosso dall’Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mieloma. Tra i relatori, anche il dottor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ed epidemiologo. Che non le manda certo a dire: “Siamo circondati da una grande quantità di veleni – dichiara l’esperto – molti diserbanti e pesticidi sono ritenuti essere causa di tumori e leucemie. Dobbiamo difenderci con la consapevolezza”. L’epidemiologo suggerisce alcune regole per difendersi da questa invasione di elementi tossici nell’ambiente. Ecco quali.
Plastica, ftalati e bisfenolo
“Dobbiamo difenderci dai veleni della plastica, che è trattata con ftalati e il bisfenolo (Bpa), sostanze che interferiscono con gli ormoni e alterano il nostro sistema riproduttivo, sono una causa di impotenza e sterilità – sottolinea Berrino -. In che modo? “Nei contenitori in plastica usati per la cucina non va mai messo cibo caldo, perché contengono i pfas, o sostanze perfluorurate, usate per rendere impermeabili le stoviglie monouso e gli imballaggi per alimenti. Inoltre, attenzione alle padelle antiaderenti in teflon, vanno cambiate quando iniziano a rovinarsi, e alla carta da forno, scegliendo quella in cui è indicata l’assenza di bisfenolo A, che è stato tolto per legge dai biberon e dai ciucci ma è presente in tantissimi utensili. E ancora, fate attenzione alle lattine che contengono bevande zuccherate o birra, ma anche legumi: sono rivestite da una pellicola impermeabilizzante che contiene pfas. Meglio preferire quelli in vetro”.
Coloranti nei farmaci
L’epidemiologo non risparmia nemmeno l’industria farmaceutica che “arriva addirittura a fare cose ridicole, come utilizzare coloranti cancerogeni per colorare le pillole, perché vende di più una pillola colorata che una senza colore”.
“La carne sta avvelenando il nostro Pianeta”
“Scegliamo il cibo che non è contaminato dai veleni impiegati nell’agricoltura. Puntiamo sul cibo biologico – sottolinea l’epidemiologo. – Per vivere bene dobbiamo consumare cereali integrali, riso integrale e non il riso bianco. E poi i legumi: la gente non ne mangia più, e invece vanno mangiati regolarmente insieme a verdure, frutta. Ma anche noci, nocciole, mandorle: c’è chi non le mangia perché pensa siano molto caloriche e facciano ingrassare, è invece vero il contrario. Infine, mangiamo un’esagerata quantità di carne. La produzione di carne sta avvelenando il Pianeta, non abbiamo bisogno di consumarne così tanta!”.
Il biologico costa troppo?
“Gli alimenti da agricoltura biologica e biodinamica costano di più – continua Berrino – ma se scegliamo i cibi semplici, in realtà spendiamo poco di più, come riso integrale, farro, orzo, fagioli, piselli, ceci. E si spende meno se compriamo anche verdure di stagione”.
Poco tempo per cucinare sano?
“Alla fine, il problema maggiore che constato nelle persone sembra la mancanza di tempo per cucinare, per cui puntano sui cibi pronti. Di fatto, questi ultimi costano molto di più perché tutto il lavoro per produrli ha un suo costo. In realtà, occorre sapersi organizzare – conclude Berrino – e trovare il tempo di cucinare cibi sani. Alla fine si risparmiano soldi ma, soprattutto, guadagniamo in salute”.