Un meteorite più grande di quello che uccise i dinosauri all’origine della vita sulla Terra: lo studio

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22 Ottobre 2024 11:16

Dallo studio di alcune rocce raccolte in Sudafrica, un gruppo di ricercatori di Harvard ha trovato le prove di come più di tre miliardi di anni fa un meteorite 200 volte più grande di quello che fece estinguere i dinosauri devastò la Terra. Ma è questo evento catastrofico che avrebbe permesso alla vita di prosperare sul Pianeta.

Immagine generata dall'IA come rielaborazione della descrizione fornita dallo studio

Immagine generata dall'IA come rielaborazione della descrizione fornita dallo studio

La vita sulla Terra potrebbe essere stata favorita da un evento distruttivo degno del peggiore film apocalittico. Un gruppo di ricercatori di Harvard ha appena pubblicato i risultati di uno studio che potrebbe spiegare cosa abbia dato la spinta decisiva alla formazione della vita sul nostro Pianeta.

Quando la Terra era ancora un pianeta giovane, all'incirca 3,2 miliardi di anni fa, sarebbe stata colpita da un meteorite enorme – gli scienziati lo chiamano S2 – che avrebbe dato inizio a una serie di eventi catastrofici che hanno devastato il Pianeta com'era allora. Ma sarebbe stata proprio quella distruzione a produrre l'energia e gli elementi che permisero la formazione della vita sulla Terra.

Com'era fatta la Terra prima

La Terra non è sempre stata come la conosciamo noi oggi: miliardi di anni fa era praticamente un'enorme distesa di acqua, continuamente colpita dai frammenti di meteoriti in circolo nello spazio. Ai tempi, la Terra era abitata da batteri e archeobatteri (batteri antichi) unicellulari, ovvero forme di organismi molto più semplici di quelli da cui si è formata poi al vita sulla Terra. Le cose potrebbero essere cambiate proprio quando S2 si scagliò contro il Pianeta.

Il team di ricercatori di Harvard, guidati dalla dottoressa Nadja Drabon, sono andati in uno dei siti dove sono state rilevate le più antiche testimonianze di un "bombardamento meteoritico", nella cintura di Barberton Greenstone del Sudafrica, nelle cui rocce sarebbero state rinvenute tracce dell'impatto di S2. Dallo studio di centinai di campioni i ricercatori sarebbero riusciti a ricostruire cosa successe al Pianeta dopo l'impatto con S2.

Com'era fatto il meteorite S2

Per capire l'impatto del meteorite S2 potrebbe essere utile sapere che da quanto ricostruito dagli scienziati si tratta di un meteorite enorme, circa 200 volte più grande anche di quello che portò all'estinzione dei dinosauri 66 milioni di anni fa: se quest'ultimo era largo circa 10 km, quanto il Monte Everest, S2 aveva un diametro almeno quattro volte più grande (40-60 km) e un una massa che secondo le stime potrebbe essere 50-200 volte maggiore.

Cosa causò il suo impatto sul Pianeta

Quando questa enorme roccia colpì la terra, l'impatto fu così devastante che formo un cratere di 500 km (l'Italia è larga 530 km, considerando i due estremi opposti di Monte Chardonnet e Tarvisio). Tutti i frammenti di roccia generati dall'esplosione finirono nell'atmosfera creando un'enorme nuvola nera che avvolse la Terra. Allo stesso tempo, l'esplosione generò un enorme tsunami che mescolò le correnti e portò i detriti sulle cose, il calore generato fece bollire gli oceani e anche la temperatura dell'atmosfera salì, probabilmente anche fino ai 100 gradi.

La distruzione che permise la vita

Anche se la nube oscurò la superficie terrestre a tal punto da impedire ogni forma di fotosintesi, quell'evento portò il ferro dalla profondità dell'oceano alla superficie, mentre i detriti sprigionati dalla distruzione del meteorite erano ricchi di fosforo. I ricercatori hanno trovato la prova della disponibilità di questi elementi nella composizione delle rocce rinvenute nel sito in Sudafrica.

Questi probabilmente – spiegano i ricercatori – sono stati gli ingredienti che hanno permesso ai batteri sopravvissuti di nutrirsi e proliferare, permettendo così un momento decisivo nella formazione della vita così come la conosciamo noi oggi.

Questo studio – spiega la dottoressa – è una nuova prova della teoria secondo cui "impatti disastrosi avrebbero avuto benefici per la vita, soprattutto all'inizio, consentendo di fatti alla vita di prosperare".

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