“Critiche giuste, ma il turismo di Napoli non fa tutto schifo: c’è chi propone cultura e qualità”

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19 Novembre 2024 16:50

Davide D’Errico, presidente di “Opportunity”, parla del turismo a Napoli dopo le polemiche sulla scarsa qualità dell’offerta. E spiega il nuovo progetto “Na Sirena – Parthenope Experience”

Davide D'Errico

Project manager, presidente dell'Associazione Opportunity

foto di Valeria Laureano

foto di Valeria Laureano

«Il turismo a Napoli fa schifo»: qualche giorno fa, con un post su Facebook Angelo Mazzone, popolare operatore turistico, ideatore del tour "Milano Segreta", polemizzava – argomentando piuttosto dettagliatamente –  con le attuali politiche turistiche del capoluogo campano, a suo dire caotiche e orientate solo al food, tralasciando le bellezze della città. Lo sfogo social è diventato catalizzatore di centinaia di commenti e ulteriori discussioni sullo stesso argomento: Napoli sta davvero sprecando questa fase di boom turistico?

Il tempo di far "raffreddare" il flame social e ora dell'argomento si può tornare a discutere. Stavolta partendo non da Milano bensì da Napoli. A parlare è Davide D'Errico, project manager di varie iniziative legate a turismo sostenibile, rigenerazione territoriale e inclusione, presidente dell'Associazione di promozione sociale "Opportunity" al Rione Sanità. A lui chiediamo di spiegare cosa pensa di questa sortita.

D'Errico quindi il turismo qui fa schifo o no? Risposta secca…

Il tema sollevato è sicuramente giusto. Ma non è che fa schifo il turismo. Semmai certe politiche legate al turismo sono un po’ fallaci…

Ma sentirselo dire così chiaramente, in faccia, che sensazione provoca?

Beh, Mi sono sentito abbastanza rappresentato e in parte indignato. Del resto nelle contraddizioni di Napoli ci sta questo tipo di sensazione, noi napoletani lo proviamo spesso, no?

In che cosa si sbaglia?

Faccio un esempio pratico: Napoli è la città dei 7 castelli. Quindi si può pensare ad aggregare un'offerta turistica che oltre ai 7 castelli, può anche essere uno strumento per far conoscere del patrimonio che oggi non si conosce. E invece, di solito il massimo che mostriamo sono Castel dell'Ovo, Castel Sant'Elmo e il Maschio Angioino.

Però Napoli è comunque piena di turisti e ne arrivano migliaia ogni mese.

Vero. Ed è anche vero che siamo in una fase di ‘liberi tutti': l'esplosione di B&B, lo street food a ogni ora, la musica con le casse accese nelle piazze, l'assenza di regolamentazione e sviluppo di come si vive la città turistica. Insomma quel post mette il dito nella piaga su qualcosa che funziona sì per il visitatore-medio ma allo stesso tempo non funziona per ciò che dovrebbe essere davvero offerta turistica. C'è però qualcosa che mi indigna…

Vale a dire?

C'è una larga fetta di napoletani e di imprenditoria napoletana che prova a mettere in campo strumenti nuovi, di cui siamo all'avanguardia, questo è un progetto all'avanguardia.

foto di Andrea Savoia

foto di Andrea Savoia

Veniamo infatti ad una iniziativa che state portando avanti, ovvero "Parthenope Experience": un viaggio immersivo nelle leggende della città. Di che si tratta?

"Na Sirena – Parthenope Experience" si inserisce nel pieno del lavoro sul turismo a Napoli: è il risultato di una sinergia tra pubblico e privato, realizzato dall'associazione "Punto e a Capo" Ets di Ilaria Vitiello, finanziato dall'Unione Europea nell'ambito del Pnrr. Questo progetto di comunità, tra professionisti e volontari, e ha visto la collaborazione di numerose associazioni e aziende locali.  Grazie all'uso della realtà virtuale i visitatori avranno l'opportunità di esplorare le antiche cripte della Basilica di San Giovanni Maggiore, in cerca della leggendaria tomba della sirena Parthenope.

L'avete definita «Un tour alla ricerca della sirena, ma anche la ricerca della città». Perché?

È un'avventura multisensoriale: chi partecipa viene guidato in un viaggio alla scoperta dei miti e delle origini della città, in quattro lingue diverse, usando visori di ultima generazione, un lavoro che ha coinvolto un centinaio di giovani. Il supporto di enti come il Comune di Napoli e diverse organizzazioni culturali e sindacali ha reso possibile la realizzazione di questa iniziativa, contribuendo a creare nuove opportunità per la città. E c'è un messaggio più profondo: «Con la tecnologia e l'innovazione, i giovani di questa città possono creare bellezza e valorizzare il patrimonio».

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