Conte ha una gran fifa, l'irrazionale banana di Cattelan e Netanyahu: quindi, oggi…

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Quindi, oggi...: le accuse della Corte dell'Aja, l'autotune a Sanremo e CasaPound

 quindi, oggi…

- Giuseppe Conte minaccia di lasciare il M5S qualora l'Assemblea Costituente dovesse decidere di mettere in discussione il “campo progressista” in cui il leader ha portato gli ex grillini. Per carità: in fondo dimostra un minimo di coerenza. Ma dichiararlo così a pochi giorni dal voto sa più di intimidazione verso gli iscritti che di spirito democratico. È come se dicesse: o accettate quello che voglio io, oppure me ne vado e resterete nei guai. Non è che Giuseppi se la sta facendo sotto e teme di perdere?

- La banana di Cattelan è stata venduta per 6,2 milioni di euro. L’acquirente riceverà un certificato di autenticità (l’unico pezzo di carta che conta, visto che l’opera in sé marcirà presto) e le istruzioni per una corretta installazione (cosa ci sarà mai da sapere su un pezzo di scotch attaccato al muro?). Chi si è aggiudicato il costoso frutto, tal Justin Sun, collezionista cinese fondatore di una piattaforma di criptovalute, ha spiegato che intende mangiare la banana nei prossimi giorni. Bella “l’arte contemporanea”, che ha le sue logiche e che rende “arte” il pensiero dell’artista. Bello il capitalismo, che permette ad un riccone di aggiudicarsi per 6 milioni qualcosa che avrebbe potuto comprare a molto meno al mercato sotto casa. Sia chiaro: nessuno mette in dubbio il fatto che, se una banana attaccata al muro attira milioni di persone in un museo, allora deve aver toccato una qualche corda. Arte. Ed è giusto che stia in museo, anche per denunciare certe storture dell'arte contemporanea. Ma da qui ad acquistare a quella cifra qualcosa di per sé destinato a marcire non ha senso. Non si tratta di un investimento. Non finirà con l’arricchire l’arredamento di casa più di quanto non farebbe una qualsiasi banana. E il Cattelan si trasformerà presto in cacca, stavolta non d’autore, una volta digerita. Non venitemi a dire che un fenomeno culturale, che detenere "quella" banana, che poi devi cambiare, è diverso dal replicare l'opera con un frutto preso al mercato. Nell'acquirente vedo solo il desiderio di apparire, di essere ricordato come “quello che ha comprato una banana per 6 milioni e se l’è pappata”. Quando arte e capitalismo producono certe storture capisci che aveva proprio ragione Cipolla: gli stupidi si trovano in ogni classe sociale, anche tra i ricchi collezionisti.

- Nei giorni scorsi è stato tagliato un cavo sottomarino in Svezia. Subito tutti ad accusare la Russia, ma in realtà la polizia svedese si sta concentrando su una nave cinese. Così, giusto per dire.

- Erano mesi che non si parlava di questa benedetta Fiamma nel logo di Fratelli d’Italia e a ritirare fuori l’argomento è un esponente di FdI. Perché farsi del male da soli?

- Carlo Conti e la Rai confermano che al Festival di Sanremo sarà possibile utilizzare l’autotune. Non ci illudevamo del contrario. Però spacciare un “correttore di intonazione”, cioè un software, per uno strumento è sbagliato. Il festival della canzone italiana dovrebbe tornare ad essere una gara non solo a chi porta “il pezzo migliore”, ma anche a chi lo interpreta meglio. Una sfida, insomma. Se lasciamo libertà di autotune, allora tanto vale far cantare certi artisti (non cantanti, ndr) in playback. È la stessa identica cosa.

- Non esistono guerre senza effetti collaterali. Non esistono guerre pulite. Non esistono guerre dove gli eserciti non commettano un qualche crimine. Dunque non dubito che anche i soldati israeliani possano essersi macchiati di qualcosa di ignobile. Ma da qui ad accusare Nenatyahu e Gallant di “crimini di guerra” ce ne passa. La mossa della Corte Penale Internazionale, così come nel caso di Putin, è fuori luogo, fuori tempo e soprattutto non aiuta il processo di pace. Semmai peggiora le cose.

- Quattro tizi, credo di CasaPound, si presentano di fronte alle procure di alcune città in Toscana ed espongono un banalissimo striscione con scritto: “Musk ha ragione: toghe rosse andatevene”. Indagini della Digos. Lamentele dei magistrati. Tutti a stracciarsi le vesti.

Scusate: che hanno fatto di male, a parte esprimere un’opinione? Meglio questi che si scattano una foto e poi tornano a casa oppure chi manifesta, senza preavviso, e poi aggredisce i poliziotti schierati a difesa di una zona rossa?

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