Google brucia i tempi e mette a disposizione degli sviluppatori la prima developer preview con grande anticipo rispetto al suo solito
Nonostante che Android 15 sia approdato sui dispositivi Pixel appena lo scorso mese, Google ha deciso di bruciare le tappe rispetto alle sue consuete tempistiche, mettendo già a disposizione degli sviluppatori la prima release della versione 16 dell'OS: analizzando il contenuto di questa developer view è possibile prendere visione di alcune delle novità più importanti che il colosso di Mountain View ha in programma per i propri utenti.
Le tempistiche
Come detto, la prima cosa che balza all'occhio è il grande anticipo di queste release, dato che negli ultimi anni Google ha sempre rilasciato le anteprime per gli sviluppatori del sistema operativo a febbraio: ciò significa che questa prima Android Developer Preview è arrivata tre mesi in anticipo rispetto al solito. La roadmap prevede quindi la seconda DP a dicembre, il rilascio delle versioni Beta tra gennaio e aprile, e il debutto ufficiale della versione definitiva non più nel terzo trimestre bensì nel secondo. Potrebbe accadere a maggio, per cui l'evento coinciderebbe con il Google I/O, o al massimo a giugno: se tutto andasse come previsto, il Pixel 9A sarebbe il primo smartphone a uscire con Android 16 già installato.
Tutto rientra nei piani già anticipati nelle scorse settimane dall'azienda, che ha spiegato di aver preso questa decisione per "migliorare l’allineamento con il calendario di lancio dei dispositivi nel nostro ecosistema, in modo che più dispositivi possano ricevere prima la nuova versione di Android". In questo modo si tagliano i tempi che generalmente intercorrono tra la release di una nuova versione dell'OS e la sua adozione su dispositivi di terze parti: ciò consentirà ai produttori di tali apparecchi elettronici di mettere a disposizione dei propri utenti gli aggiornamenti relativi in modo più tempestivo.
Le novità
Il miglioramento del selettore di foto è uno degli elementi più interessanti: sarà possibile incorporare il photo picker dell'OS direttamente nelle app. Ciò significa che nel momento in cui un'applicazione chiederà di condividere un file multimediale, si potrà scegliere esattamente quali foto o video condividere senza dover per forza concedere l'accesso all'intera gallery o al cloud: un modo, quindi, per proteggere ulteriormente la privacy dell'utente.
La DP1 include la versione più recente di Privacy Sandbox, che consente di proteggere i dati degli utenti: spicca tra le novità il Software Development Kit Runtime, che fa funzionare gli SDK in ambiente separato dall'app principale e riduce il pericolo di accessi non autorizzati ai dati
Inserita nella release anche un'anteprima dell'app Health Connect, con delle API per leggere e scrivere cartelle cliniche in formato FHIR (Fast Healthcare
Interoperability Resources): previa autorizzazione dell'utente, le applicazioni e i dispositivi medici potranno scambiare dati sanitari e informazioni, come ad esempio accade tra fitness tracker e dispositivi indossabili.