Politica
di F. Q. | 18 Ottobre 2024
La decisione del Tribunale di Roma di bocciare il trattenimento dei 12 migranti bangladesi ed egiziani nel centro di Gjader in Albania scatena la più attesa delle tempeste nella politica italiana. Con il copione facilmente immaginabile di accuse e contro-accuse tra i partiti. I primi e più alterati per la decisione dei giudici di Roma sono gli esponenti della Lega che ne fanno una questione di vilipendio all’imputato Matteo Salvini: “Proprio nel giorno dell’udienza del processo Open Arms – si legge infatti in una nota del Carroccio – l’ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”.
Nella slavina dell’indignazione, a nulla è valso che gli stessi giudici abbiano precisato l’effetto vincolante della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 4 ottobre scorso sulle loro deliberazioni. Per i partiti della maggioranza esiste una magistratura di sinistra che aiuta l’opposizione politica. O per dirla con le esatte parole di FdI: “In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”. Così si legge nel post pubblicato sull’account ufficiale del partito della premier. Che rincara: “Alcuni magistrati politicizzati hanno deciso che non esistono paesi sicuri di provenienza. Vorrebbero abolire i confini dell’Italia, non lo permetteremo”. Segue lunga lista di note stampa di esponenti di maggioranza più o meno inviperiti con i magistrati: dall’irrituale “stupore” del presidente del Senato La Russa alle accuse di Donzelli e Foti. Leggermente distante nei toni, ma non nella sostanza, la posizione di Forza Italia. “Sono abituato a rispettare le decisioni del potere giudiziario ma vorrei anche venissero rispettate le decisioni del potere esecutivo e legislativo, perché una democrazia si basa sulla tripartizione dei poteri. Il potere giudiziario deve applicare le leggi, non modificarle o impedire all’esecutivo di poter fare il proprio lavoro”, ha detto il segretario Antonio Tajani in conferenza stampa a a Ventimiglia. Tanto che a provare a spiegare la decisione dei magistrati interviene il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia: “Sono giudici che applicano le norme volute dal nostro ordinamento e dall’ordinamento europeo di cui siamo parte integrante”, e “l’ordinamento sovranazionale prevale” e nel caso della decisione del Tribunale di Roma sul trattenimento di migranti in Albania, il giudice italiano ha tenuto presente che “l’ordinamento sovranazionale considera l’Egitto e il Bangladesh tra i Paesi non sicuri”.
Di segno uguale e contrario le dichiarazioni dei partiti dell’opposizione da cui fioccano richieste di dimissioni e di abiura per Piantedosi. Anche dall’opposizione la lista dei commenti è lunga: critiche arrivano da Avs, da vari esponenti del Pd, dal Movimento 5 stelle e dai partiti centristi, fino a Matteo Renzi che ironizza: “Il governo butta via un miliardo per avere tre like”. Ma sono gli atti scritti che fanno tracimare la polemica e tirano in ballo la premier Giorgia Meloni. Pd, Avs e M5s hanno infatti inviato una interrogazione direttamente alla Ue – promossa da Cecilia Strada – in cui chiedono di verificare se sulle scelte del governo italiano sarà avviata una procedura di infrazione. Nel contempo i democratici lanciano l’allerta sul potenziale danno erariale causato dalla decisione di costruire il centro albanese. “Abbiamo presentato un’interrogazione e continueremo a chiedere quanto è costato quel viaggio” in Albania, “si configura un danno erariale”, ha rivendicato la segretaria dei democratici Elly Schlein. La “deportazione” in Albania è “costato 18mila euro a testa dopo per decenni avete abbaiato contro i 35 euro al giorno per l’accoglienza dei migranti. Vergogna – ha aggiunto – altro che modello. L’accordo con l’Albania viola la legge, è fuori legge. Siete andati ieri in Ue a presentare un progetto che viola il diritto., 800 milioni di buttati che potevano essere usati per la sanità”.
Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie la presidente del Consiglio e si è tradotta nella risposta astiosa postata durante la visita in Libano: “Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania”, ha scritto Meloni su X. “Avete capito bene – sottolinea il premier – alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata”.
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