Annamaria Piacentini 24 ottobre 2024
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Che Alessandro Gassmann fose un attore che sempre più somiglia al padre Vittorio, ce ne siamo accorti da tempo. Stesso sguardo profondo, stesso tono di voce, psique du role, e quella passione forte che si chiama cinema.”. Sempre in cerca di nuove sfide, torna a stupirci nel film di Mauro Mancini “A mani nude”, tratto dal romanzo di Paola Barbato, presentato nella sezione Grand Public, dove si misura con la violenza , nei panni di un feroce criminale. “Alla mia età cerco personaggi più interessanti”, confessa l'attore-”voglio esplorare dove non sono mai andato finora”. Il suo ruolo è quello di un uomo violento e privo di sentimenti: si chiama Minuto.
Gassman, chi è Minuto?
“Un uomo che costringe i ragazzi a competere in combattimenti clandestini. E la violenza genera altra violenza”.
Infatti, viviamo in un mondo di crescente violenza. E' giusto raccontarla?
“Il male va raccontato ed è l'unico modo per sconfiggerlo. Ma il film tratta anche i sentimenti di colpa, perchè la speranza non deve mai morire”.
Tra questi ragazzi che combattono c'è David (Francesco Ghedi) , che la colpisce al cuore: perchè?
E' diverso dagli altri, dopo un duro tirocinio cerca di vincere...vuole farcela. Forse Minuto prova pietà per lui. I combattimenti clandestini sono terribili, i ragazzi sono rapiti e obbligati a battersi fino alla morte”.
Cosa accade in seguito?
“Si crea un momento di riflessione, e una piccola crepa dove spunta un germoglio, non dico di pacificazione, ma di comprensione reciproca. Abbiamo intorno a noi guerre e molti non ascoltano. Guardo al futuro e penso a mio figlio, a Francesco...”