Antonello Venditti ha presentato a “Domenica In” il suo libro “Fuori Fuoco“, un vero e proprio album di famiglia dagli anni solitari dell’adolescenza alla formazione musicale e gli anni Settanta con i colleghi e gli amici Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Ivan Graziani, Gato Barbieri e Billy Joel.
Gli show live dal Folkstudio al Palalido, dagli stadi al Circo Massimo. “La voce è la mia identità, lo è sempre stata. Sin da quando ho cominciato a cantare, quello che cercavo non era il consenso, ma la mia voce. Solo mia. La senti e riconosci Venditti. La sento e mi riconosco Antonello”, si legge nelle note del libro.
Parlando a Mara Venier della sua adolescenza l’artista ha raccontato: “Ero grassissimo, la vita di Tiziano Ferro mi sembra la mia. Gli artisti si portano sempre dietro un grande dolore. Conosco il bullismo, la cosa strana è che provenisse da mia madre. Un bambino non capisce l’ironia, mi dicevano delle cose per loro divertenti, io non capivo. Anche mio padre, a volte mi metteva a guardare la porta di una cucina. Forse ero solo. Ma mi è servito per aver le spalle fortissime”.
Venditti in un momento della sua vita si è ammalato di depressione: “Lucio Dalla mi ha salvato. Lui si accorse nel 1970 di come stavo, capì che dovevo andare via da Roma. Lì mi ha curato, Ma l’idea malvagia di farla finita non mi era passata, volevo farmi fuori con la macchina. Sai come mi è passato? Con l’amore ricevuto. Sono guarito al Circo Massimo quando la Roma ha vinto lo scudetto. Avevo l’esatta sensazione che non c’era distonia con gli altri. Chi tende alla perfezione è più fragile. Lucio l’ha capito e mi ha riportato a Roma”.