Attacco russo in Romania, intervengono i jet della Nato: Putin pronto al tutto per tutto?

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Mosca sta puntando dritto al fianco orientale dell'Europa. Questa volta nel mirino è finita la Romania. L'ultimo caso risale alla notte tra venerdì 18 e sabato 19 ottobre. Il sistema di sorveglianza radar dell'esercito romeno ha segnalato un piccolo bersaglio aereo in una zona a largo del Mar nero. A circa 45 chilometri dalla della città di Sfântu Gheorghe. Di conseguenza sono decollati quattro aerei militari da Bucarest.

Individuato l'obiettivo che si stava muovendo su una rotta verso il confine di stato della Romania, sono state attivate le strutture del Servizio di combattimento esteso della polizia aerea sotto il comando della Nato e successivamente della polizia aerea sotto il comando nazionale, secondo l'avviso procedure inviate al Ministero della Difesa. Per monitorare la situazione sono decollati due aerei F-18 dell'aeronautica militare spagnola, della 57a base aerea di Mihail Kogălniceanu, e due aerei F-16 dell'aeronautica militare rumena, della 86a base aerea di Borcea.

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"Il segnale radar ha indicato l'attraversamento della frontiera terrestre della Romania intorno alle 4, nella zona di Gura Portiţei, momento in cui il Centro nazionale di comando militare ha informato l'Ispettorato generale per le situazioni di emergenza riguardo all'istituzione di misure di allerta della popolazione nella zona settentrionale-est della contea di Constanţa. I radar di sorveglianza aerea hanno seguito continuamente il percorso dell'obiettivo, che si è evoluto verso la città di Cogealac, nella contea di Costanza, con una profondità massima di penetrazione nel territorio nazionale di 19 km. L'aereo da caccia non ha avuto contatto visivo con esso in nessun punto del percorso evolutivo", ha spiegato il ministero della Difesa romeno.

Negli ultimi mesi di guerra, gli attacchi di droni kamikaze russi al confine con la Romania sono aumentati esponenzialmente. La Russia da tempo conduce una sorta di guerra ibrida contro i Paesi della Nato. L'obiettivo? Testare la loro reazione a livello di preparazione politico-militare nelle rispettive aree. Stanno già circolando voci negli ambienti di intelligence che danno per certo un attacco di Mosca a un Paese Nato nei prossimi 6-8 anni. L'ultimo avvertimento è arrivato di recede dal capo dello spionaggio tedesco Bruno Kahl. Ha avvertito che la volontà di Mosca di utilizzare misure ibride e operazioni segrete ha raggiunto un "livello senza precedenti", sottolineando che "uno scontro militare diretto con la Nato è diventato una reale opzione per Mosca".

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