Mondo
di F. Q. | 8 Novembre 2024
Non c’erano solo giovani, famiglie e gruppi organizzati dietro a quel muro giallo-blu della tifoseria del Maccabi Tel Aviv arrivata ad Amsterdam per il match di Europa League contro l’Ajax. I timori per le violenze che potevano esplodere esistevano già, anche per la concomitanza di manifestazioni pro-Palestina nella città olandese, tanto che insieme ai tifosi, aveva scritto il De Telegraaf pochi giorni prima della partita, da Israele erano partiti anche un gruppo di agenti del Mossad.
I membri del servizio segreto Estero dello Stato ebraico, da quanto si legge, erano ‘aggregati’ ai sostenitori della squadra di Tel Aviv in aggiunta al consueto corpo di sicurezza che scorta il club israeliano. La trasferta di Amsterdam era considerata ad alto rischio, sia per la massiccia partecipazione di tifosi israeliani, 2.600 i biglietti venduti con altri che si sono aggiunti senza ticket, il seguito più importante della stagione fuori dalle mura di casa, sia per la presenza di gruppi pro-Palestina considerati particolarmente attivi in città.
Le squadre israeliane non possono ospitare competizioni internazionali per motivi di sicurezza legati alla guerra, così i loro supporter devono ogni volta recarsi all’estero per poter seguire la propria squadra. In questo caso, però, l’intelligence israeliana aveva alzato il livello di allerta: erano già state annunciate, ad esempio, proteste alla Johan Cruijff Arena. Tanto che l’Ajax aveva invitato i tifosi a non condividere dichiarazioni politiche durante la partita. Non è chiaro se l’avvertimento sia stato preso sul serio dalla tifoseria di casa, di sicuro c’è che così non è stato per i tifosi del Maccabi che, come mostrano numerosi video diffusi online, hanno inneggiato fin dalle ore precedenti al match ai massacri di Gaza.
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