Il caso Albania, la legge di Bilancio, ma soprattutto il nuovo caso che scuote il ministero della Cultura, con le dimissione del capo del gabinetto del ministro a causa di una serie di consulenze affidate in conflitto di interessi. Di questo ha parlato la premier Giorgia Meloni, ospite delle celebrazioni per gli 80 anni de Il Tempo. Intervistata dal direttore Tommaso Cerno, la presidente del Consiglio – che ha annullato la conferenza stampa prevista a inizio settimana – non ha potuto non rispondere alle domande sul caso del giorno, ovvero le dimissioni di Francesco Spano. “Non ho parlato con Alessandro Giuli né quando lo ha nominato né quando si è dimesso – ha detto la leader di Fratelli d’Italia – Leggo dalle agenzie che ci sarebbe un conflitto di interesse tra il capo di gabinetto e un’altra persona che risale al Maxxi, al tempo di Giovanna Melandri, nessuna è stata nominata da Alessandro Giuli, penso che si debba chiedere a chi c’era prima, non capisco perché esca adesso”.
Meloni ha anche parlato del clima all’interno di Fratelli d’Italia quando era in procinto di essere ufficializzata la nomina di Spano. “Non ho incontrato il ministro e ho capito abbastanza poco della vicenda, non me ne sono occupata. Seguo quello che si legge sui giornali – ha spiegato – Ricordo che quando si parlava della nomina di questa persona, c’è stata anche una polemica” e “da Fdi mi dissero che c’era nervosismo. Risposi dicendo: parlatene col ministro”. L’ex senatore del Pd ora direttore de Il Tempo ha chiesto conto a Meloni della mail del magistrato Marco Patarnello, secondo cui lei è più pericolosa di Berlusconi. “Leggo di una Meloni complottista, non ho mai parlato di complotto” ha detto la premier, sottolineando che invece a suo dire c’è del “menefreghismo rispetto al voto popolare, se il popolo non capisce andranno corrette le scelte del popolo“.
Non poteva mancare un passaggio sul caos che si è generato per la questione migranti in Albania. “Avevo messo in conto che ci sarebbero stati degli ostacoli ma li supererà: il protocollo Italia-Albania funzionerà” ha assicurato la presidente del Consiglio, che poi ha annunciato che non consentirà “che una soluzione che abbiamo individuato nel pieno rispetto del diritto italiano ed europeo venga smontato perché c’è una parte della politica che non è d’accordo”. Quindi si va avanti. Al netto delle polemiche e delle accuse, come quella di danno erariale per l’affaire Albania: “Accuse da quelli dei banchi a rotelle, da quelli del Superbonus? Anche no”, ha risposto Meloni. La manovra, ha aggiunto, “si concentra su questa priorità“, “lavoro, salari, famiglia, sanità” e “lo fa senza aumentare le tasse perché questo è un fatto e lo fa mantenendo i conti in ordine”.
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