Giustizia & Impunità
di F. Q. | 18 Ottobre 2024
Era il 20 aprile del 2023 quando una betoniera travolse e uccise una ciclista in pieno centro a Milano. La Procura di Milano ha notificato l’avviso di chiusura indagini, in vista di un’eventuale richiesta di processo, per Marco Granelli, in qualità di ex assessore alla Mobilità, ora assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, per omicidio colposo per la morte della donna. Cristina Scozia, 39 anni, stava passando in bici su una ciclabile tra via Sforza e corso di Porta Vittoria. Avvisi per la stessa accusa per l’autotrasportatore e due dirigenti comunali. L’accusa per Granelli riguarda presunte irregolarità nella realizzazione della pista ciclabile.
Già lo scorso gennaio, nel corso delle indagini, era emerso che l’assessore alla Sicurezza Granelli, ex assessore alla Mobilità, era stato formalmente iscritto nel registro degli indagati, nell’inchiesta dell’aggiunta Tiziana Siciliano e del pm Mauro Clerici, per omicidio colposo in relazione alla morte della 39enne, travolta e uccisa dalla betoniera. Indagato per la stessa accusa con due dirigenti dell’assessorato alla Mobilità. Indagini in cui, ovviamente, è indagato per omicidio colposo stradale anche l’uomo che era alla guida del mezzo pesante.
Atti notificati all’epoca a garanzia degli indagati in vista degli accertamenti che la Procura intendeva effettuare sulla realizzazione di quella pista riservata alle bici, a pochi passi dal Tribunale milanese. Tanto che, poi, è stata effettuata una consulenza tecnica, oltre alle acquisizioni di documenti e mail anche di assessore e dirigenti. In questo, come in altri casi a Milano, la vittima sarebbe stata investita per il cosiddetto “angolo cieco”, ossia il guidatore del mezzo pesante non avrebbe visto la bici.
La betoniera proveniva da via Sforza e stava svoltando a destra verso corso di Porta Vittoria, quando ha investito la donna che stava andando diritta lunga la corsia ciclabile. Dalla consulenza e dagli accertamenti dei pm è stato evidenziato che, tra le altre cose, non c’erano cordoli di protezione per separare la carreggiata per le auto dalla pista ciclabile, dipinta a terra, e con segnalazioni poco chiare sulle svolte. Tanto che in quel caso la donna, col semaforo verde, stava andando diritta, mentre l’autotrasportatore stava svoltando. Ora gli indagati, tra cui l’assessore, potranno chiedere di essere interrogati o depositare memoria difensive. Poi, la Procura, guidata da Marcello Viola, valuterà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.
Una pista ciclabile “sperimentale”, mal progettata e non a norma e una segnaletica non solo non “conforme alle prescrizioni del codice della strada” ma soprattutto così “contraddittoria” da generare “confusione” nei ciclisti, motociclisti e automobilisti e “incrementare il pericolo, concretizzatosi nel caso di specie”. Come si legge nell’atto, all’autista viene contestato di non aver “osservato la disciplina della circolazione stradale” e di non essersi assicurato “di poter effettuare la manovra senza creare pericolo”. Granelli, invece, e i due dipendenti comunali e quindi responsabili della pianificazione e della programmazione della viabilità della città, rispondono a vario titolo per aver firmato l’ordinanza del settembre 2020 “di istituzione della corsia ciclabile in via Francesco Sforza – autorizzata in via sperimentale per un anno dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in data 21 aprile 2020 -, per aver disposto” nei pressi della Biblioteca Sormani “segnaletica non conforme alle prescrizioni del codice della strada (…) in quanto contraddittoria” e “atta a cagionare confusione negli utenti della strada a incrementare il pericolo”. Nell’avviso di conclusione indagini si descrive poi la segnaletica orizzontale e quella orizzontale mettendo in luce le anomalie e le contraddizioni tra i cartelli e le strisce tracciate sulla strada.
Articolo Precedente
Open Arms, l’arringa di Giulia Bongiorno per far assolvere Salvini – Cosa ha detto l’avvocata e cosa dicono pm e ong