Bologna 24 ott. (Adnkronos) - "Intervenendo nel campo dei rapporti economici, i Costituenti vollero dare rilevanza alla cooperazione come forma di gestione dell'impresa, in una logica non statalista, bensì di espressione della libertà della società civile. Della libertà di uomini e donne che intendevano mettere in comune il loro lavoro, il loro risparmio, per corrispondere a bisogni essenziali. La cooperazione, appunto -elemento di democrazia economica- unisce due valori di grande rilievo costituzionale, il principio di libertà di impresa e il principio di uguaglianza". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Bologna alla Biennale dell'Economia cooperativa.
"Con coraggio, i Costituenti -ha ricordato il Capo dello Stato- affermarono una visione pluralista del sistema economico, respingendo la classica dicotomia impresa privata-impresa pubblica, per aprire alla diffusione del potere economico. Non a caso lo stesso articolo 45, al secondo comma, si occupa delle imprese artigiane. L'esperienza dei decenni che sono alle nostre spalle ci dice che la visione della cooperazione come impresa residuale -sostanzialmente supporto a economie deboli, ad aree fragili- ha lasciato il posto a un 'terzo genere' di impresa fra privata e pubblica, suscettibile di operare -l'Europa lo dimostra- a ogni livello di potenzialità economica. Cos'è l'economia se non l'organizzazione della risposta ai bisogni della comunità? A cosa servirebbe, diversamente?"
"La riflessione indotta dall'appuntamento della Biennale dell'economia cooperativa, indetto dalla Lega, diventa allora momento prezioso di verifica dell'attualità di questa esperienza e, allo stesso tempo, per progettare il futuro, in un contesto di intensa trasformazione. La cooperazione, e più in generale l'economia civile, sono davanti a una sfida. Essere più di un pungolo di qualità per l'intero sistema economico. Produrre risultati, nei diversi campi di attività, che rechino vantaggio al modello sociale. Questo richiede innovazione, intelligenza, coraggio. Perché è evidente che il mondo sta correndo e molte modalità del passato sono difficilmente ripetibili".
"La modernità e la capacità dell'impresa cooperativa -ha detto ancora il Capo dello Stato- sta anche in queste sue attitudini, di aggiornare le condizioni, ma anche nella capacità di concorrere a rammendare il tessuto sociale. Di grande significato, ed emblematica, è l'esperienza delle cooperative che utilizzano le terre e gli immobili confiscati alla mafia. Esperienze non facili, da sostenere con forza".
"Accanto ai valori economici di queste realtà, ancora più grande è certamente la loro portata sociale. La cooperazione italiana ha raggiunto, in settori strategici, posizioni di assoluto rilievo. Vi sono imprese cooperative con fatturati, dipendenti, organizzazioni produttive di dimensioni di grande consistenza. La cooperazione non vive fuori dal mercato. Sta nel mercato. La condizione del reinvestimento degli utili non sottrae l'impresa alla competizione con altri settori, con altri attori e non la sottrae al dovere di progettare. La progettualità economica e finanziaria è parte della sua vocazione".
"Venite da una lunga storia. Siete parte della storia d'Italia. Anche questa è una ricchezza. Storia di sacrifici, di progressi, di drammatiche cadute come l'avvento del fascismo, nel segno di una cieca violenza. Motrici di cambiamento, fattori di equilibrio e di inclusione, strumenti di promozione di uguaglianza, elementi del capitale sociale del Paese: il movimento cooperativo, le cooperative, sono protagoniste -ha concluso Mattarella- nell'edificazione della Repubblica".