Volano stracci, seppur a distanza, tra Maurizio Gasparri ed Ettore Licheri. Il senatore di Forza Italia è tornato a parlare del lauto compenso che il Movimento 5 Stelle elargiva al suo fondatore Beppe Grillo. Riconoscimento dai tratti ancora misteriosi al punto che Gasparri ha presentato un ricorso alla Corte dei Conti. Ricorso - fa sapere in queste ore - "inoltrato contro lo sperpero di denaro indirizzato a Grillo". A suo dire "Grillo si è fatto pagare 300mila euro l'anno per non si sa quali attività".
Per questo - prosegue - "vorremmo sapere se questi soldi provengano dal suo gruppo parlamentare perché, in questo caso, si tratterrebbe di denaro pubblico. I cittadini avrebbero quindi pagato Grillo? Un moralista inconsistente che avrebbe fatto meglio a rimanere nei teatri, dove, ahimè, anche lì vede la sua carriera tracollare. Conte anche se fa 'mea culpa' e licenzia Grillo ha le scarpe nel fango quanto lui. Su questa vicenda indagherà la Corte dei Conti, ma i grillini dovrebbero rassegnarsi ormai al loro destino in decadenza. Come dimostrano anche gli ultimi dati elettorali. Incollati alle poltrone, passo dopo passo, stanno evaporando come era già previsto".
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Parole che non passano inosservate. E così ecco che Licheri non attende a replicare: "In questi giorni c'è un Maurizio Gasparri che sembra diventato la caricatura di Neri Marcorè. Va in giro ripetendo come un disco rotto falsità che abbiamo già provveduto a smentire per ben tre volte". Di più, utilizzando parole tutt'altro che al miele, arriva a dire: "Avvertiamo tutti un sentimento di compassione verso quest'uomo che occupa le aule parlamentari dal 1992 e che ha sempre e solo campato di politica. E ne comprendiamo anche la rabbia ossessiva verso un Movimento 5 stelle che, unica forza politica a farlo, restituisce parte degli stipendi dei suoi parlamentari alla collettività. Ma a tutto c'è un limite. Perché non spende le sue energie per raccontarci del suo ruolo di presidente di una società attiva nel settore della cybersecurity che si guardò bene dal comunicare agli uffici di palazzo Madama?". Peccato però che a riguardo si sia già pronunciata la Giunta delle elezioni e immunità del Senato, secondo la quale non c'è incompatibilità tra il ruolo di parlamentare del capogruppo di Forza Italia al Senato e quello di presidente della società di sicurezza informatica Cyberealm,