"È difficile votare una vicepresidente come Teresa Ribera, che propone una visione così ideologica e scollegata dalla realtà economica": Fulvio Martusciello, capogruppo di Forza Italia al Parlamento Europeo, lo ha detto a proposito delle ultime dichiarazioni della Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione europea e responsabile per le politiche ambientali dell'Ue.
La politica spagnola, esponente del partito socialista, si è detta favorevole allo stop delle auto diesel e benzina entro il 2035. Un provvedimento che, se approvato, avrà ripercussioni forti sull'economia e la produzione del settore. Un provvedimento che nasconde una forte visione ideologica, non molto diversa da quella di un altro ex vice della Commissione, l'olandese Frans Timmermans, pure lui di centrosinistra.
Dando pieno appoggio allo stop delle auto diesel e benzina entro il 2035, la Ribera ha spiegato che tale misura garantirà "prevedibilità" per gli investitori e che favorirà lo sviluppo degli e-fuels per raggiungere la neutralità climatica. Nell'Ue, ha sottolineato ancora la socialista, "sono necessarie politiche ambiziose per garantire una rapida e sufficiente riduzione delle emissioni da tutti i settori, compresi i trasporti. In questo contesto, gli standard di prestazione per le emissioni di Co2 per auto e furgoni nuovi stabiliscono obiettivi chiari dal 2030 in poi e un obiettivo di riduzione del 100% dal 2035 in poi. Devono essere disponibili elettrificazione e combustibili puliti".
In forte disaccordo con queste parole l'eurodeputato di Forza Italia, che ha definito la posizione della collega spagnola come "radicale e irrealistica". "Non possiamo accettare che l'industria automobilistica, soprattutto quella italiana, paghi il prezzo di una transizione così brusca e imposta dall'alto - ha detto Martusciello -. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio". E ancora: "Come ha giustamente ribadito più volte Tajani, gli obiettivi ambientali devono essere ambiziosi ma raggiungibili. Puntare esclusivamente su una soluzione unica, come gli e-fuels, senza considerare alternative come i biocarburanti, è un errore che potrebbe causare gravi danni all'economia industriale italiana. Alla fine della scorsa legislatura si era giunti alla conclusione che le auto elettriche, favorendo la produzione cinese, rischiano di compromettere il mercato europeo che fatica a competere con i prezzi e le tecnologie offerte dai produttori cinesi".