Giustizia & Impunità
di F. Q. | 29 Ottobre 2024
La Procura di Roma indaga per accesso abusivo a sistema informatico, violazioni della privacy e esercizio abusivo della professione in un procedimento sull’attività della presunta “Squadra fiore“, una rete clandestina di dossieraggio e raccolta illecita di dati di cui aveva parlato già a marzo un’inchiesta del giornalista Fabrizio Gatti sul sito Today.it. Il fascicolo, affidato alla Polizia postale e al momento iscritto a carico di ignoti, viaggia in parallelo con l’indagine di Milano che venerdì ha portato all’arresto di quattro persone, tra cui l’ex poliziotto della Mobile Carmine Gallo e l’informatico Samuele Calamucci. A quanto riferisce Today, il gruppo di spionaggio romano – che lavora anche per committenti esteri – ha sede in piazza Bologna, nella zona nord-est della Capitale, ed è composto da membri ed ex membri delle forze dell’ordine, alcuni con incarichi ai massimi livelli delle istituzioni. Tra gli spiati dalla “Squadra fiore” ci sarebbe anche Leonardo Maria Del Vecchio, il rampollo dell’impero Luxottica indagato invece a Milano come committente di dossier alla Equalize, la società di Gallo e Calamucci: in particolare, Del Vecchio junior sarebbe stato pedinato nel corso 2023 da un militare informatico assegnato all’Acn, l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale della Presidenza del Consiglio.
Nel frattempo si apprende che Stefano Speroni, direttore degli Affari legali di Eni, è tra gli indagati per concorso in accesso abusivo in uno dei filoni dell’inchiesta milanese: venerdì nei suoi confronti è stata eseguita una perquisizione culminata nel sequestro del suo smartphone. L’accusa riguarda un report redatto da Equalize per “mettere in cattiva luce” l’imprenditore petrolifero Francesco Mazzagatti – amico dell’ex legale esterno dell’azienda Piero Amara – dal quale Eni si riteneva danneggiata. La compagnia petrolifera si rivolge a Gallo, grande esperto di ’ndrangheta, per sapere se Mazzagatti sia coinvolto in organizzazioni criminali. Il report, dal costo di cinquantamila euro, viene pagato da Eni nel gennaio 2023. Secondo i pm milanesi, nel documento è confluito anche “materiale illecitamente acquisito”. “Eni non era (come non è) al corrente delle presunte condotte illecite attribuite a Equalize nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano”, ha puntualizzato la compagnia.