È morto Geoff Capes. L’olimpionico inglese si è spento a 75 anni nella sua casa a Stoke Rochford, vicino Grantham. Considerato da molti l’uomo più forte del mondo, il suo record nazionale di lancio del peso resiste da 44 anni. Un traguardo che lo ha reso una vera e propria icona in Gran Bretagna, dove ha vinto 17 titoli nazionali e un campionato europeo, sempre nel lancio del peso. Il successo, inoltre, è stato arricchito dalle sue imprese spettacolari come piegare barre d’acciaio, ribaltare auto, trainare camion.
Imprese, le sue, che sarebbero state molto più ardue se non fosse stato per il ruolo, fondamentale, di sua moglie Jill, che trascorreva circa 12 ore in cucina per preparare i pasti di una dieta da 13 mila calorie al giorno. Alla fine della sua carriera, infatti, Capes mangiava quotidianamente una scatola di cereali, tre litri di latte, due scatole di sardine, tre vasetti di ricotta, due pagnotte di pane, una coscia d’agnello, due bistecche, una dozzina d’uova, mezzo chilo di burro, mezzo litro di succo d’arancia, una scatola di fagioli, un barattolo di miele, un pompelmo e due scatolette di tonno.
Una dieta monumentale quella di Capes, che, però, potrebbe avergli accorciato la vita stando alle parole dell’esperto di medicina metabolica Naveed Sattar riportate dal Daily Mail: “Se il bmi (indice di massa corporea) è superiore a 30 all’età di 40 anni, gli uomini perdono circa 6-7 anni di vita che è quello che è successo a Capes, ovvero 75 anni invece della media britannica di 82. Ciononostante, ha vissuto una vita incredibile”, ha spiegato l’esperto.
Capes nacque a Stoke Rochford, nel Lincolnshire, settimo di nove figli. A 14 anni lasciò la scuola per raggiungere il padre nelle fattorie, dove “ho imparato la forza e l’arte di sollevare pesi”, raccontò a Spalding Today. Alla sua forza, però, Capes univa un caratterino abbastanza particolare: nel 1978, infatti, fu squalificato dagli Europei di Praga per “condotta antisportiva”. L’atleta, infatti, aveva spintonato un arbitro che lo aveva redarguito per aver posizionato male l’etichetta del numero di gara.