"Paradossalmente si potrebbe dire che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca: fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari, oltre 60 milioni di tedeschi vantavano una condizione di sicurezza invidiabile. Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista". È questo il passaggio più contestato, come vi abbiamo raccontato già nel pomeriggio di ieri, in cui i giudici del tribunale di Bologna nell’ordinanza chiedono alla Corte di Giustizia europea di esprimersi sul decreto migranti.
"Il sistema della protezione internazionale - argomentano i giudici prima di tirare in ballo la Germania nazista e il regime fascista - è, per sua natura, sistema giuridico di garanzia per le minoranze esposte a rischi provenienti da agenti persecutori, statuali o meno. Salvo casi eccezionali (lo sono stati, forse, i casi limite della Romania durante il regime di Ceausescu o della Cambogia di Pol Pot), la persecuzione è sempre esercitata da una maggioranza contro alcune minoranze, a volte molto ridotte. Se si dovesse ritenere sicuro un paese quando la sicurezza è garantita alla generalità della popolazione, la nozione giuridica di Paese di origine sicuro si potrebbe applicare a pressoché tutti i paesi del mondo, e sarebbe, dunque, una nozione priva di qualsiasi consistenza giuridica".
Ricorso delle toghe rosse alla Corte di giustizia Ue: pronte a tutto per fermare i centri in Albania, cosa può accadere
E alle toghe ha risposto con un video il vicepremier Matteo Salvini: "Il tribunale di Bologna decide di non applicare la legge e rinvia alla Corte europea il decreto del governo sui Paesi sicuri. Ennesima decisione anti-italiana. Se qualche giudice - per fortuna solo una piccola minoranza - si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle elezioni, ma lasci che il governo e la politica portino avanti il programma scelto democraticamente dai cittadini. Tra cinquantuno giorni saprò se sarò colpevole o assolto per aver difeso i confini: sempre più orgoglioso di averlo fatto, da ministro e da italiano che ha a cuore la sicurezza del suo Paese". Lo scontro è aperto.
Il tribunale di Bologna decide di non applicare la legge e rinvia alla Corte europea il decreto del governo sui Paesi sicuri.
Ennesima decisione anti-italiana.
Se qualche giudice - per fortuna solo una piccola minoranza - si sente comunista, si tolga la toga e si candidi alle… pic.twitter.com/fYWB9fKbO9