di Pietro Barabino | 29 Ottobre 2024
Grazie a un vantaggio dell’1,4% sul suo avversario, il neo-eletto presidente della Regione Marco Bucci, sostenuto dagli esponenti regionali della coalizione di centrodestra, si presenta di fronte alle telecamere per ribadire il mantra della campagna elettorale: “I liguri vogliono andare avanti e non vogliono quelli del no”. A proposito della vittoria di Andrea Orlando nel capoluogo, con un distacco di 8 punti, l’ex sindaco di Genova minimizza la questione: “È chiaro che con tutti i cantieri ci possano essere malumori.”
È la narrazione del “fare”, indipendentemente dalle reazioni delle comunità locali, su cui spesso si ripercuote questo ‘fare’: dai depositi chimici tra le banchine del porto e a pochi metri da un quartiere densamente abitato, alla nuova metro sopraelevata che risale la Val Bisagno in alternativa a un meno impattante tram, fino ai piloni di una funivia tra le case di un quartiere già oltremodo cementificato.
Poi Bucci coglie l’occasione per dare un suggerimento ai suoi avversari: “Noi abbiamo vinto perché stiamo insieme. Se dei miei alleati avessero fatto come Conte con i veti prima e lo strappo di Grillo poi, prenderei i miei cari amici e gli farei un mazzo così. ‘I panni sporchi si lavano in famiglia’. Se delle persone in una coalizione si comportano così, non ci siamo”, continua Bucci, in un discorso non distante dall’analisi della sconfitta espressa dallo stesso Orlando. “Fossero stati con me, o me ne andavo io o se ne andava la coalizione.”
Il messaggio arriva forte e chiaro anche alle orecchie di chi gli siede vicino: “Non posso ancora dire il nome di nessun assessore, ma so già quale sarà il primo che manderò a spigolare – caratteristica, questa di strigliare la sua Giunta, ben nota alle cronache – e sarà il primo che non lavora come deve lavorare”. Bucci racconta poi di essersi scambiato alcuni messaggi con Giovanni Toti durante la giornata, ma, al cronista che gli chiede se Toti potrebbe avere un ruolo nel suo staff, risponde con un secco “no”, replicando piuttosto seccato al giornalista: “Tu vuoi un posto?” “Ma io non mi sono candidato…” risponde il cronista. “Neanche lui” conclude Bucci, chiudendo così ogni speculazione sul possibile ruolo di Toti nel futuro politico della Regione
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