Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la ragazza svanita nel nulla nel 1983, continua a riservare colpi di scena. C’è anche l’ex capo della Gendarmeria vaticana Domenico Giani tra le persone che saranno prossimamente ascoltate dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Giani, a quanto si apprende, sarà sentito dall’organismo parlamentare tra due settimane. L’audizione sarà l’occasione per approfondire, tra l’altro, anche la vicenda legata alla tomba di Enrico De Pedis. I lavori della Commissione proseguono infatti spediti e dopo le audizioni di altre amicizie di Emanuela, avvenute nelle scorse settimane, ieri è stato sentito Alberto Laurenti, un’altra conoscenza nell’ambito della scuola di musica frequentata dalla ragazza.
Emanuela Orlandi, nel diario della ragazza il nome di Alberto Laurenti
Della scuola «Ludovico Tomaso da Victoria» in piazza Sant'Apollinare frequentata anche da Emanuela Orlandi, «io ho un ricordo bello, non di confusione, di suor Dolores che la dirigeva ricordo una gradevole serietà scolastica».
Così la testimonianza in Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi, di Alberto Laurenti, anche lui, come Emanuela, ex allievo della scuola di piazza Sant'Apollinare dove si era fatto notare come una specie di enfant prodige grazie al suo talento come musicista e in particolare come chitarrista. Altri testimoni, come il maestro Valentino Miserachs ad esempio, hanno invece descritto in altre audizioni la scuola come «un porto di mare».
Le dichiarazioni del chitarrista
«I familiari di Emanuela - ha spiegato l'uomo - non mi contattarono mai, nemmeno il fratello che peraltro non conosco, solo gli mandai una mia traccia per interposta persona», «non eravamo amici con Emanuela, io non avevo nemmeno il suo telefono. Nessuno poi mi ha mai cercato».
«Con Emanuela - ha chiarito ancora - c'era una innocente simpatia, non di più", «lei era una ragazza bella, acqua e sapone, timida, ma credo che la cosa sia stata ingigantita». Alla domanda su che cosa possa essere successo a suo parere ad Emanuela, Laurenti ha risposto: «Secondo me è successo qualcosa di gravissimo ovviamente, ma io avere un'opinione dopo 40 anni..come potrei? Come tutti in questa vicenda sono interrogativo, sapere la verità sarebbe meraviglioso, anche per la famiglia».
Il giorno della scomparsa
Laurenti ha anche affermato di non ricordare Emanuela all'uscita da scuola il giorno della scomparsa: «Non la ricordo purtroppo, lei andava sempre a prendere l'autobus che la portava verso il Vaticano - ha detto -, quello era un orario tremendo, tutti correvano via». A proposito di alcune sue dichiarazioni a verbale, interrogato dalla squadra mobile nei mesi successivi alla scomparsa, Laurenti ha ricordato: «Quello che mi interrogò urlava, urlava molto, c'era una tensione molto forte dentro quella stanza, penso fossero arrabbiati, erano molto agitati forse perchè dopo due mesi ancora non sapevano niente». Laurenti ha quindi risposto ai commissari di non aver mai conosciuto Mirella Gregori.
Il telefonista americano
Il famoso «sedicente» telefonista americano del caso di Emanuela Orlandi, potrebbe aver fatto il nome di Alberto Laurent «o perché aveva a che fare direttamente con Emanuela o per interposta persona». A dirlo è stato lo stesso Laurenti, sentito dalla Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse di Mirella Gregori e di Emanuela Orlandi. Alla domanda del senatore Andrea De Priamo, presidente della Commissione, su come poteva l'Americano essere a conoscenza della «simpatia» tra Laurenti ed Emanuela, ha infatti risposto di ricordare che quando lo interrogarono, gli inquirenti «già avevano avuto modo di verificare che sul diario di Emanuela c'era il mio nome, per questo forse. Oppure glielo ha detto lei o per interposta persona». Laurenti ha anche spiegato di non ricordare Patrizia De Lellis, «la sorella di Marco» e di ricordare invece «i genitori che lavoravano lì", cioè presso la scuola di musica, l'ultimo posto frequentato da Emanuela il giorno della scomparsa, prima di far perdere le tracce di sé in corso Rinascimento, il 22 giugno 1983
«Evidentemente questo americano aveva a che fare con Emanuela o lo sapeva, non so cosa altro dire». Alla domanda su quante persone sapessero della parzialmente inespressa simpatia reciproca con Emanuela, Laurenti risponde: «Quando mi interrogarono a Roma credo avevano già avuto modo di verificare che su un diario di Emanuela c'era scritto il mio nome per queste cose stupide che avvengono quando si ha 15 anni».
Chi è Alberto Laurenti
Alberto Laurenti è un noto musicista, compositore e produttore musicale italiano, conosciuto principalmente per la sua versatilità nel fondere generi e culture musicali. La sua carriera si è intrecciata con nomi importanti della musica italiana, come Franco Califano, con cui ha collaborato in circa 40 canzoni, e artisti come Renato Zero, Tiromancino, Gabriella Ferri, Nino D'Angelo e Roberto Murolo. Laurenti ha una passione particolare per i suoni mediterranei e ha creato l'album Al Crocevia della Musica, caratterizzato da strumenti e sonorità provenienti da tutto il Mediterraneo, incluse influenze gitane e magrebine. Ha diretto orchestre per eventi di rilievo, come il Festival di Sanremo e il Maurizio Costanzo Show. Uno dei suoi progetti più noti è il gruppo Rumba de Mar, che ha avuto grande successo internazionale e che mescola elementi di rumba con influssi latini e arabi. Inoltre, ha fondato l'Ensemble Ethnique, con cui esplora sound chill-out e world music, ispirato dalle sue esperienze di viaggio e dal desiderio di abbattere le barriere musicali.