19 Novembre 2024 16:34
L’immobile in cui si trovava la fabbrica di fuochi d’artificio abusiva esplosa ad Ercolano (Napoli) uccidendo tre giovani era formalmente intestato a una 13enne; il sindaco Buonajuto: “Proprietario aveva impedito i controlli ai vigili”.
L'immobile in cui si trovava la fabbrica di fuochi d'artificio esplosa ieri ad Ercolano (Napoli) è intestato a una ragazzina di 13 anni. È quello che hanno scoperto gli inquirenti indagando sulla tragedia che, nel primo pomeriggio di ieri, è costata la vita a tre giovani: Samuel Tafciu, 18 anni, e le gemelle Sara e Aurora Esposito, di 26. Era tutto illegale e senza autorizzazioni, una polveriera in cui si producevano botti tipo "Kobra", i grossi petardi tra i più venduti per Capodanno.
Il reale proprietario dell'edificio è il padre della piccola, un napoletano di 38 anni: è stato denunciato per omicidio colposo plurimo aggravato, disastro colposo e per detenzione illecita materiale esplodente. Il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ha riferito che la Polizia Municipale aveva tentato di controllare la costruzione per motivi urbanistici e che il proprietario non lo aveva consentito.
L'esplosione, su cui sono ancora in corso accertamenti, risale alle 15 circa di ieri, 18 novembre. Dentro si trovavano il 18enne e le due gemelle. La fabbrica era in contrada Patacca, strada stretta che si trova al confine tra Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio e San Giorgio a Cremano. Attività fantasma, nascosta tra le case: era totalmente illegale e i tre erano al primo giorno di lavoro, ovviamente in nero.
Il corpo del giovane è stato rinvenuto ieri, la potenza della deflagrazione lo aveva scagliato a una ventina di metri di distanza; i cadaveri delle due sorelle sono stati invece recuperati questa mattina.
Il sindaco Buonajuto: "Vittime di imprenditore senza scrupoli"
Il sindaco Buonajuto, anche oggi è tornato sul luogo della tragedia. "Qui abbiamo a che fare con un imprenditore senza scrupoli, che sfruttava i lavoratori violando le regole basilari – ha detto – anche le piccole irregolarità vanno denunciate, perché è attraverso queste piccole irregolarità che si rischia di far morire tre poveri ragazzi che erano qui per lavorare per necessità".
Il primo cittadino ha poi spiegato che i vigili urbani avevano tentato di effettuare dei controlli in quell'immobile ma il proprietario aveva impedito loro di entrare, situazione che aveva portato alla richiesta al Tribunale di un decreto di ispezione, "che però non è stato emesso".
"Mi crea dolore – ha continuato – immaginare che nessuno lungo questa strada sapesse che lì si svolgesse un'attività illegale, tra l'altro così pericolosa. Il controllo del Comune è stato svolto per motivi urbanistici, non è mai stata chiesta nessuna autorizzazione. Era una fabbrica fantasma, non solo irregolare. Probabilmente se i vigili urbani fossero riusciti a entrare, insieme alle forze dell'ordine, avremmo potuto evitare una tragedia. Si deve capire che, quando denunciamo una irregolarità, salviamo una vita".
Evacuate dieci persone dopo lo scoppio
I sopralluoghi sono in via di conclusione. Ieri c'era stato uno stop, dovuto alla sicurezza: l'intera area era disseminata di polvere pirica e botti inesplosi, continuare a scavare tra le macerie avrebbe potuto significare causare altri scoppi. Per le operazioni la strada che da piazzetta Miranapoli conduce al luogo dello scoppio è stata chiusa a veicoli e pedoni per consentire le operazioni dei vigili del fuoco e degli artificieri. In via precauzionale è rimasto chiuso anche l'asilo "La Torre di Babele", che si trova a ridosso di contrada Patacca, e sono state evacuate dieci persone che abitano nelle immediate vicinanze della fabbrica distrutta.
L'indagine della Procura di Napoli
La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati, per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Non si esclude che, al momento del conferimento dell'incarico per le autopsie, il 38enne possa essere iscritto nel registro degli indagati per gli stessi reati per cui è stato denunciato. L'indagine è stata affidata alla sezione "Lavoro e colpe professionali" (pm Stella Castaldo, procuratore aggiunto Simona Di Monte).