Cronaca
di F. Q. | 18 Novembre 2024
Faceva parte di un’associazione a delinquere, vicina alla cosca di ‘ndrangheta dei Barbaro, che avrebbe “importato e distribuito” tra Calabria e Lombardia “oltre 2 tonnellate” di droga, principalmente cocaina. Con questa accusa è stato arrestato Luca Lucci, il capo ultras del Milan già in carcere nell’inchiesta sulle curve di San Siro.
L’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e svolta dalla Guardia di Finanza di Pavia e dai finanzieri dello Scico coinvolge altre 19 persone, quattordici elle quali sono finite in carcere e altre 5 ai domiciliari. Secondo gli investigatori, il “terminale delle varie organizzazioni è in colui che ha sostituito i Flachi della Comasina godendo della consolidata vicinanza con i Barbaro di Platì, attivi nella zona di Cologno Monzese, ed i gruppi criminali albanesi e sudamericani che, da basi strategiche in Sudamerica, controllano le spedizioni della cocaina verso le più importanti piazze intercontinentali”.
Lucci, capo storico della curva Sud rossonera, era già finito in carcere lo scorso 30 settembre con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata ad un serie di reati, assieme ad altri ultras milanisti suoi presunti sodali. Il blitz aveva riguardato anche i vertici e altri ultrà della curva interista e che vedeva al centro i business illeciti del tifo organizzato delle due curve e una serie di aggressioni ed estorsioni. Lucci, che nel 2018 si era fatto fotografare anche con Matteo Salvini, è pure indagato per il tentato omicidio del 2019 di un ultrà rossonero, Enzo Anghinelli, per il quale di recente è finito in carcere il suo presunto vice, Daniele Cataldo.
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