4 Dicembre 2024 9:35
Un anno fa il decesso di Emanuela, 33enne. Il padre, stimato direttore sportivo, rivive quella tragedia: “Sono stato incapace di comprendere i segnali che mi mandava. Purtroppo, era troppo tardi quando abbiamo capito tutto”.
Emanuela Perinetti è morta a 33 anni. A distanza di un anno dal decesso il padre, Giorgio, la ricorda con parole toccanti.
"Un figlio continua a essere dentro di te, respira attraverso il tuo respiro". La frase che Giorgio Perinetti ha usato per raccontare come sopravvive oggi al dolore della figlia 33enne, Emanuela, morta un anno fa descrive solo in parte il senso di smarrimento che si prova quando il mondo ti crolla addosso per tragedie del genere. Non si può spiegare a parole, non del tutto. Non si può accettare perché non è vero che il tempo medica, guarisce oppure aiuta a dimenticare. "Per un genitore è impossibile rassegnarsi ad una perdita talmente angosciante", dice ancora nel ripercorrere quei momenti drammatici che ha scolpiti nella mente.
Un'immagine in particolare è una stretta al cuore gonfio di tristezza: "La tenerezza che infondeva quel suo corpicino sempre più esile", è un passaggio dell'intervista all'edizione barese del Corriere della Sera. Perinetti ha visto sangue del suo sangue consumarsi poco alla volta per colpa dell'anoressia, fino a spegnersi del tutto, provando sensi di colpa laceranti e umana impotenza. "E non so darmi pace. Perché sono stato incapace di comprendere i segnali che Emanuela mi mandava, di prevenire e intervenire. Non sono riuscito a convincerla per evitare l'inevitabile".
Emanuela Perinetti accanto al padre, Giorgio, e alla sorella.
Il direttore sportivo espresse in concetto del genere anche nel giorno del funerale: "Non sapremo mai le ombre che hanno creato un disagio così grande che non abbiamo saputo e potuto contrastare". E sembra impossibile perdonarsi perché in testa ronza sempre la stessa domanda: cosa ho sbagliato? Non c'è risposta, né spiegazione a una situazione del genere. Niente che possa mettere in pace la coscienza e lenire i sentimenti feriti. Niente che possa soffiare via un altro cruccio interiore altrettanto sfiancante: "Purtroppo quando ci siamo resi conto di tutto era troppo tardi".
Non c'era una soluzione? Come ha fatto a cadere in quel gorgo da cui non è riuscita a uscire nemmeno aggrappandosi alle mani tese dalla famiglia e dagli affetti più cari? Sono alcuni dei quesiti che si agitano a mo' di tormento. Perinetti e il resto della famiglia hanno imparato, giocoforza. "Me lo chiedo ogni giorno – ha aggiunto Perinetti parlando con molta lucidità della situazione emotiva attuale – ma non so trovare una risposta. Proprio non riesco a capire come una ragazza con la sua energia e i suoi valori sia stata sopraffatta da quelle ombre interiori che le hanno creato un disagio tanto devastante quanto irreparabile.