Era già il numero due dell'Arma. La scelta per la continuità e l'apprezzamento di Crosetto
E alla fine, tra i due sottosegretari, vinse il ministro: Salvatore Luongo (foto), «storico» capo dell'ufficio legislativo della Difesa e consigliere per le riforme, è adesso il nuovo comandante generale dei carabinieri. Superati dunque gli altri due candidati forti: Mario Cinque, capo di stato maggiore del comando generale dei Cc, proposto da Alfredo Mantovano, e Riccardo Galletta, responsabile dell'interregionale Patrengo, sostenuto da Giovanbattista Fazzolari. Luongo, napoletano, classe 1962, è stato aiutate di campo al Quirinale con Giorgio Napolitano e ha collaborato a lungo a Palazzo Baracchini con i ministri del Pd Pinotti e Guerini e del M5s Trenta, e questa circostanza aveva destato le «perplessità» dei due sottosegretari di Palazzo Chigi. Poi però Giorgia Meloni ha optato per la «continuità» e così, a poche ore dalla scadenza del mandato dell'uscente Teo Luzi, il Cdm ha ratificato la nomina. «Congratulazioni e buon lavoro - scrive la premier in una nota - La sua esperienza e la sua competenza gli consentiranno di guidare al meglio una forza armata orgoglio nazionale, ammirata anche all'estero».
Luongo, generale di corpo d'armata, succede quindi a Luzi, di cui era già vice. «L'Arma ha due secoli, una signora con molti lifting - le sue parole in un'intervista all'Espresso - Oggi deve essere una sentinella della sicurezza e del degrado e alimentare la fiducia». Nei carabinieri dal 1977, il nuovo comandante gode di una lunghissima esperienza di studi giuridici e sul campo. Soltanto a Roma, ha condotto il gruppo motociclisti, il nucleo radiomobile, le compagnie Casilina e Trastevere, il comando provinciale (come poi a Milano) e per sette anni e stato capo dell'ufficio legislativo del ministero. Attualmente comanda l'interregionale Podgora. Crosetto parla di «grande soddisfazione per una nomina di notevole rilevanza per la sicurezza del Paese». Non è stata, aggiunge, «una decisione facile, tutti i candidati vantavano curriculum di spessore». Auguri pure da Antonio Tajani, che ricorda «il contributo decisivo» della Benemerita nelle missioni internazionali e nella politica estera italiana. «L'eccellente collaborazione tra la Farnesina e l'Arma si manterrà e rafforzerà».
Una scelta bipartisan che infatti raccoglie consenso a destra e a sinistra.
Per Giorgio Mulè, Fi, vicepresidente della Camera, «Luongo è una guida autorevole nel solco della tradizione, una certezza per i cittadini». Per Walter Verini, Pd, «una figura di grande capacità che ha fatto della lotta alla criminalità organizzata una ragione di impegno». E per Matteo Renzi «il generale Luongo sarà una garanzia per le istituzioni».