Il ministro Valditara ora dice che l’aumento delle violenze sessuali dipende dall’immigrazione incontrollata

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18 Novembre 2024 14:13

Nel suo intervento all’inaugurazione della Fondazione Giulia Cecchettin, il ministro dell’Istruzione Valditara si è lanciato in una riflessione sulla violenza di genere che ha portato alla conclusione che l’aumento della violenza sessuale è “legato anche a forme di marginalità” che derivano “da una immigrazione illegale”. Un’idea che però non ha nessun fondamento nella realtà.

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La Costituzione italiana "non ammette discriminazioni fondate sul sesso", e questo "deve essere chiaro ogni nuovo venuto, a tutti coloro che vogliono vivere con noi". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, partecipando alla presentazione della nuova fondazione Giulia Cecchettin, avvenuta oggi alla Camera dei deputati. Poi il ministro ha spinto più in là il ragionamento: "Occorre non far finta di non vedere che l'incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale". Valditara ha quindi affermato che l'aumento dell'immigrazione irregolare ha contribuito a causare l'aumento della violenza sessuale in Italia.

Il discorso di Valditara contro la lotta al patriarcato: "È ideologia"

Nel resto del suo discorso, il ministro ha parlato della "lotta al patriarcato" come "visione ideologica". In particolare ha detto che per arrivare a superare le discriminazioni "abbiamo di fronte due strade: una è concreta e ispirata ai valori costituzionali, l'altra è la cultura ideologica". La seconda, ha detto, non mira a "risolvere i problemi, ma ad affermare una personale visione del mondo". Ed è quella che "vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato". Un tema su cui, come è noto, la sorella di Giulia Cecchettin, Elena, è stata molto attiva e di cui ha parlato più volte in modo chiaro.

Secondo il ministro, invece, il patriarcato "come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975″. Anche se ha concesso che "nel nostro Paese ci sono ancora residui di maschilismo, di machismo, che vanno combattuti e che portano a considerare la donna come un oggetto". Il femminicidio, ha detto Valditara, "una volta era frutto di una concezione proprietaria della donna, della famiglia, della moglie, oggi sembra più il frutto di un'autorità narcisistica del maschio che non sa sopportare le donne". Perciò, ci deve essere "una battaglia culturale" che parta "innanzitutto dalla scuola".

Perché le parole del ministro su violenza e immigrazione non sono vere

Il ministro nel formulare la sua frase sull'immigrazione è stato piuttosto vago: ha detto che l'aumento della violenza sessuale è legato "anche" a marginalità e devianza, che derivano "in qualche modo" dall'immigrazione irregolare. La vaghezza ha permesso di far passare come ragionamento generale un'affermazione che non ha fondamento.

È un dato di fatto – supportato dalle statistiche del ministero dell'Interno – che negli ultimi anni siano aumentate le denunce e le condanne per violenza sessuale. Ma che questo abbia un legame con l'immigrazione irregolare è apparentemente un'invenzione del ministro, dato che non trova riscontro nei dati. Valditara non ha citato statistiche specifiche, ma se anche l'aumento delle violenze fosse avvenuto nello stesso periodo in cui cresceva l'immigrazione (cosa assolutamente non dimostrata), questo non basterebbe a dimostrare che una cosa ha causato l'altra.

Un esempio: negli ultimi anni prima della pandemia il numero di denunce di reati è sceso costantemente. In quegli anni, soprattutto tra il 2016 e il 2018, si è registrato un alto numero di arrivi di persone migranti in Italia. Si può dire che l'aumento dell'immigrazione abbia fatto calare le denunce? Sembrerebbe improbabile, perché appaiono come due dati scollegati. Allo stesso modo, dire che l'aumento degli arrivi abbia portato a più violenze sessuali non ha nessun fondamento. Sono informazioni scollegate. Informazioni che invece il ministro ha legato, e fatto passare per un'affermazione ovvia, al punto che non si può "far finta di non vederla".

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