Il Pkk rivendica l'attacco, quasi 200 arresti in Turchia

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La rivendicazione del Pkk è arrivata dopo 48 ore. Le foto tessera dei due giovani assalitori in divisa campeggiano in bella vista nel comunicato, sullo sfondo la bandiera rossa con la stella cerchiata di giallo e verde, simbolo del gruppo curdo armato da 40 anni in conflitto con lo Stato turco.

Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan si è dichiarato responsabile dell'attentato terroristico di mercoledì, contro la sede dell'Industria Aerospaziale in provincia di Ankara, il giorno dopo i funerali delle 5 vittime dell'attacco, che ha provocato anche il ferimento di 22 persone. Mentre veniva diffusa sulla stampa la rivendicazione, Ankara colpiva le basi del gruppo in Iraq, come anche le forze curde Ypg nel nord della Siria, affiliate al Pkk.

Uccisi in tutto 18 "terroristi", ha fatto sapere il ministero della Difesa, mentre l'Esercito aveva dichiarato di averne neutralizzato 59 in Siria e Iraq già durante la notte tra mercoledì e giovedì, subito dopo l'attentato. Nel frattempo, la polizia turca ha arrestato 176 sospetti membri del gruppo curdo armato, con operazioni in 30 diverse province, mentre è stata danneggiata da ignoti la sede di Ankara del filocurdo Dem, la terza forza più rappresentata nel Parlamento turco, che si era dichiarata disponibile ad essere coinvolta in un ipotetico processo di pace tra lo Stato turco e il Pkk.

Tornato in Turchia dal vertice dei Brics in Russia, Erdogan ha dichiarato che dopo i fatti di Ankara la lotta contro il terrorismo continuerà con più determinazione e che l'attacco è stato compiuto da "un movimento di infiltrazione dalla Siria", contestando le forze curde siriane, sostenute dagli Stati Uniti.

"Il Pyd/Ypg, ramificazione siriana del gruppo terrorista Pkk, è destinato ad essere abbandonato e sarà lasciato isolato", ha detto il leader turco, aggiungendo che i curdi di Siria sprecano il loro tempo "cercando l'appoggio di alcuni Paesi occidentali" e che Washington usa "le organizzazioni terroristiche nella regione per i propri interessi e per la sicurezza di Israele".

Il leader turco ha quindi lanciato un nuovo appello alla riconciliazione con Bashar Al Assad, il presidente siriano con cui ha rotto i rapporti dopo l'inizio del conflitto in Siria nel 2011, andando ad appoggiare i gruppi di opposizione al regime di Damasco. "La nostra aspettativa di base è che l'amministrazione siriana comprenda i vantaggi di una normalizzazione sincera e realistica con la Turchia e prenda misure di conseguenza", ha detto Erdogan.

Il Pkk ha affermato che l'attacco è stato perpetrato da "una squadra autonoma del Battaglione Immortali", cellula già responsabile di un attacco suicida contro il direttorato della Sicurezza ad Ankara lo scorso anno. "Questa azione, pianificata da tempo e attuata con successo, non ha alcun legame con l'agenda politica discussa in Turchia nell'ultimo mese", afferma il comunicato. Il riferimento implicito riguarda le voci su una possibile riapertura di un processo di pace tra il Pkk e il governo turco, simile al periodo di tregua raggiunto dopo un accordo nel 2013, ma naufragato con una nuova esplosione di violenza già nel 2015.

Nei giorni precedenti all'attentato, il partito di estrema destra nazionalista turco Mhp, storicamente lontano dai curdi, aveva clamorosamente invitato il leader incarcerato del Pkk, Abdullah Ocalan, a proclamare lo scioglimento del suo gruppo, alludendo a una possibile fine del regime carcerario di isolamento in cui si trova dopo l'arresto nel 1999, condannato all'ergastolo. Un'opportunità definita "storica" dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan.

Il giorno dell'attentato, Ocalan aveva ricevuto la prima visita in carcere in oltre quattro anni e mostrato aperture rispetto alla possibilità della fine della lotta armata, se si presentassero le "giuste condizioni". Nella rivendicazione, il Pkk ha dichiarato che le parole di Ocalan dovrebbero essere prese in considerazione e il suo appello valutato "in base agli sviluppi".
   

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