di CRISTINA TAGLIETTI
Il 22 marzo con il quotidiano la seconda uscita della collana dedicata allo scrittore: il suo esordio, pubblicato nel 1991 e ambientato in una immaginaria citt? dell’Ottocento
Bentornati a Quinnipak, dove tutto ? cominciato. ? qui che Alessandro Baricco nel 1991 ambienta il suo romanzo d’esordio, in questa citt? immaginaria dominata da un campanile che batte le ore ?come se quei rintocchi facessero a spicchi la notte, ? il tempo che ? una lama acuminatissima e seziona l’eternit?. Castelli di rabbia nella collana del ?Corriere della Sera? esce dopo Oceano mare, il secondo romanzo pubblicato nel 1993, che registr?, in modo inequivocabile, quella di Baricco come una voce originale — non ? eccessivo dire unica — nel panorama letterario italiano e gli guadagn? schiere di lettori devoti.
Eppure la rottura con gli stilemi classici della narrazione era gi? evidente in quel primo romanzo selezionato nella cinquina del premio Campiello e poi, tradotto in Francia (Ch?teaux de la col?re) dove Baricco ? tra gli scrittori italiani pi? conosciuti e amati, vincitore del premio M?decis ?tranger. Un romanzo inconsueto fin dall’inizio, con quelle tre pagine di dialogo, un botta e risposta senza preamboli n? descrizioni. Il montaggio veloce e diretto suggerisce una visione peculiare del narrare, uno storytelling che distinguer? Baricco dai suoi contemporanei. ? il battito di un tempo musicale ottenuto attraverso un uso della lingua senza soggezioni di sorta (?il respiro caracolla, squinterna, scarrucola e strabuzza?), con un armamentario retorico esuberante e sfrontato, a volte di consapevole e autoironico virtuosismo, come quando scrive ?Erano le tre del mattino e la citt? se ne stava affogata nel bitume della propria notte. Nella schiuma dei propri sogni. Nella merda della propria insonnia. Eccetera?.
Baricco mette tutto questo al servizio di una realt? fuori dal tempo (Castelli di rabbia ? ambientato in un indefinito Paese europeo di un indefinito Ottocento) e di personaggi fuori dagli schemi che intrecciano la loro vita con i loro talenti, le loro visioni, le loro utopie. Sogni cos? potenti che, a volte, sono in grado di sostituire la realt?, come quello del signor Rail, uno dei bizzarri, folli, enigmatici, paradossali protagonisti, di possedere un treno anche se non c’? la ferrovia, perch? ?l’unico vero senso di un treno ? che l’uomo ci sale sopra e vede il mondo come non l’ha mai visto prima, e ne vede cos? tanto, in una volta sola, come non ne ha mai visto in mille viaggi in carrozza. Se poi, nel frattempo, questa macchina riesce anche a portare un po’ di carbone o qualche vacca da un paese all’altro, tanto di guadagnato: ma non ? quello l’importante?.
Il signore e la signora Rail, l’orfano Pehnt che indossa una giacca troppo larga e il suo amico Pekisch che suona l’umanofono e gli ha fatto un po’ da padre (?Pehnt ? strambo? diceva la gente. ?? la vita che ? stramba? diceva Pekisch), il vecchio Andersson, la vedova Abegg entrano ed escono dalle pagine come se fossero su un palcoscenico.
I prodigi della tecnica, il potere dell’immaginazione, la ricerca dell’impossibile abitano questa successione di racconti che si incastrano tra loro, anche se, a volte la realt? banale, il quotidiano li reclamano. Come succede a Pehnt che, dopo aver lasciato Quinnipak, dopo essere diventato assicuratore ed essersi fatto una famiglia, scrive all’amico Pekisch: ?Chi l’ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l’impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realt?? ? proprio obbligatorio essere eccezionali??.
Baricco vive il lavoro di narrare come un compito civile, convinto che gli uomini abbiano bisogno di storie non soltanto per trasmettere sapere e conoscenze, ma proprio per nutrirsi, per vivere. Se la sua scrittura ha inseguito, accolto, subito evoluzioni e cambiamenti nel corso del tempo, scendendo a patti, come Pehnt, con la realt?, quel senso di meraviglia, quell’incantamento che coinvolge scrittore e lettore, quella ricerca del ?nuovo? nella narrazione (cos? come nelle analisi saggistiche sulla rivoluzione digitale, da I barbari a The Game) ? qualcosa che Baricco ha sempre esperito, anche nei romanzi successivi, fedele soltanto alla dittatura delle storie. ?Sono nato per raccontare?, non avrei potuto fare altro? ha ripetuto spesso.
Fondare citt? (come Quinnipak), dare vita gli abitanti, mappare i luoghi, immaginare dialoghi che scardinano il galateo letterario, ? andato di pari passo con la ricerca di una sintassi dal ritmo irregolare ma vitale e di un lessico con una sua sonorit? precisa. A sostenerlo sempre la convinzione che scrivere romanzi sia ?un modo domestico, onanista, commovente di essere Dio?, come ha detto lo scorso anno al Salone del libro di Torino dove ha annunciato la sua nuova capriola narrativa, il western metafisico Abel, in cui, come ha confessato nel podcast realizzato con Matteo Caccia, ?c’? l’uomo che sono diventato nel tempo?.
Prosegue l’iniziativa del ?Corriere della Sera? che propone dodici opere scelte di Alessandro Baricco (Torino, 1958), tra romanzi, saggi, monologhi e raccolte di articoli. La collana, realizzata con il progetto grafico di XxYstudio, porta il 22 marzo in edicola Castelli di rabbia, il romanzo con cui Baricco debutt? nel 1991 (ciascun volume a euro 7,90 pi? il costo del quotidiano). Romanzo innovativo anche nella forma, fu una sfida per la letteratura dell’epoca, e mise in luce molte delle caratteristiche dello stile di Baricco. Per continuare, il 29 marzo sar? in edicola il romanzo Seta, del 1996, una storia d’amore e di viaggio, tra i grandi successi dello scrittore, dalla quale ? stato tratto il film omonimo diretto dal francese Fran?ois Girard. La collana proseguir? il 5 aprile con il provocatorio saggio sulla rivoluzione digitale The Game, uscito per Einaudi nel 2018. Quinto volume della collana, il 12 aprile, una delle opere teatrali di Baricco, il monologo Novecento, del 1994, che ha ispirato nel 1998 il film La leggenda del pianista sull’oceano, diretto da Giuseppe Tornatore e interpretato da Tim Roth. Raccontare l’epica omerica in una narrazione pi? vicina alla nostra cultura: ? l’idea del lungo racconto Omero, Iliade, che sar? in edicola il 19 aprile. Nelle settimane successive: i romanzi Senza sangue (in edicola il 26 aprile), City (3 maggio), Questa storia (10 maggio), Smith & Wesson (17 maggio) e la tetralogia I Corpi, che raccoglie i quattro romanzi Emmaus, Mr Gwyn, Tre volte all’alba e La Sposa giovane (in edicola il 24 maggio); per chiudere con la prima storica raccolta di articoli e interventi di Baricco sulla societ? contemporanea, Il nuovo Barnum (31 maggio)Ogni opera a 7,90 euro. La collana in dodici volumi
21 marzo 2024 (modifica il 21 marzo 2024 | 21:16)
© RIPRODUZIONE RISERVATA