Infarto e ictus, i pericoli arrivano dall'intestino. Cosa può danneggiare cuore e cervello

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C'è un importante collegamento fra intestino e cuore, ed è bene non sottovalutarlo. Cosa dicono gli studi più recenti

Infarto e ictus, i pericoli arrivano dall'intestino. Cosa può danneggiare cuore e cervello

Sempre più spesso sentiamo associare la salute del nostro intestino a quella del nostro cuore, o del nostro cervello; è stato dimostrato, infatti, che fra questi organi esiste un importante collegamento, tanto che dei disturbi riscontrati nel primo possono partecipare all'insorgenza di seri problemi negli altri due, come infarto o ictus. Compreso ciò, è importante occuparci del nostro benessere intestinale, così da provvedere anche alla salute di altri distretti del corpo.

Uno studio tutto italiano condotto dal professor Francesco Violi, presidente onorario della Società Italiana di Medicina Interna (Simi), ha dimostrato ancora una volta quanto il ruolo dell'intestino sia cruciale, e come talvolta la disbiosi - condizione di squilibrio microbico causata da una crescita eccessiva di batteri nocivi - possa portare a ictus e infarto. I risultati di questo recente lavoro sono stati presentati al congresso Simi di Rimini tenutosi a ottobre.

La disbiosi, come abbiamo detto, è uno stato caratterizzato da un'alterazione dell'equilibrio naturale del microbiota intestinale. Solitamente il microbiota funge da protettore del nostro intestino, partecipando alla digestione degli alimenti e alla sintesi delle proteine. Non solo. Ci sono degli studi che gli attribuiscono anche una funzione anti-microbica. Nel momento in cui questo prezioso equilibrio viene a mancare e prevalgono microrganismi nocivi allora insorgono i problemi. I batteri nocivi irritano il nostro intestino, causando effetti più o meno manifesti. Un esame delle feci ci consente di valutare la composizione del microbiota e di intervenire a seconda dell'entità del problema.

È stato dimostrato che un'alterazione intestinale è correlata all'insorgenza di patologie infiammatorie croniche, obesità e tumori. Lo studio diretto dal professor Violi ha portato individuato un legame anche con le malattie cardio-vascolari, come ictus e infarto. Nei batteri Gram negativi, infatti, si trova il lipopolisaccaride (Lps), una endotossina presente nello strato esterno della parete cellulare di questo tipo di batteri. Il colesterolo Ldl può trasportare questa endotossina nel sangue e in questo modo il lipoposaccaride riesce a infiammare la parete delle arterie, causandone il danneggiamento. Da qui l'insorgenza di ictus e infarto.

"La presenza di questi batteri pericolosi è più probabile nei soggetti classicamente a rischio di infarto, ad esempio le persone con diabete od obesità", ha dichiarato l'esperto. "Gli individui dismetabolici presentano un'infiammazione intestinale cronica di basso grado che si associa a una disbiosi intestinale con prevalenza di batteri patogeni come l'Escherichia Coli", ha aggiunto.

Cosa fare quindi? "Ci sono varie possibilità di prevenzione del danno da Lps che stiamo esplorando. Una potrebbe essere modulare la composizione della flora batterica intestinale, attraverso la somministrazione di probiotici e prebiotici. Un'altra possibilità è somministrare cicli di antibiotici intestinali non assorbibili per correggere la disbiosi: negli animali abbiamo ottenuto risultati molto interessanti", ha dichiarato il professor Violi.

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